La navata centrale è impreziosita dal Fregio delle Profezie, svolto da Correggio con il probabile aiuto di Francesco Maria Rondani. L’excursus pittorico dell’artista nel tempio, in virtù della stretta ispirazione cassinese sembra interpretare il monito di Agostino sulla seconda venuta di Cristo e sull’unificazione della città terrena con quella celeste; i cui cardini culminano nell’apparizione di Cristo, l’“Ascenso” dichiara Correggio, all’Evangelista nella cupola, e nella fusione delle celebrazioni pagane con quelle cristiane, trascritte nel Fregio delle Profezie che scorre lungo la navata centrale; un vademecum per i fedeli all’ingresso della chiesa ad illustrare il significato dell’intero impianto pittorico, ispirato al pensiero di Agostino. Nel circuito decorativo il messaggio teologico sembra trasferirsi, con l’intenso scambio di sguardi fra il Profeta Isaia, riportato a nuova vita grazie al restauro da poco concluso (Castrichini, autunno 2020) nella prima campata di destra del fregio (con la scritta “principium et finis” nella lastra marmorea che egli esibisce) e l’Evangelista giovane nella lunetta sovrapporta, a San Giovanni rannicchiato nel bordo estremo della cupola.