Appartenente all’arte bizantina e databile al VI secolo d.C., l’Acquasantiera presenta un orlo lievemente rilevato nel quale sono incavate tre piccole tacche funzionali alla stabilità del coperchio (quello esposto è un'aggiunta posteriore di inizio XVII secolo). La decorazione è sobria, un tralcio continuo di grandi foglie di vite a rilievo, sotto il quale corre, sempre a rilievo, la nitida iscrizione in caratteri greci maiuscoli. Il testo è composto da due versetti biblici associati, il primo recita: “attingete l’acqua con gioia”, il secondo “perché sopra le acque [è] la voce del Signore”.
Un’altra acquasantiera tipologicamente analoga per forma, dimensioni e testo è oggi collocata nel Museo provinciale di Torcello; entrambi i reperti provengono dalla chiesa (distrutta) dei S.S. Marco e Andrea di Murano. L’esemplare veronese fu pubblicato per la prima volta da Jean Mabillon nel suo Iter Italicum, di passaggio per la città nel maggio milleseicentottantacinque, egli poté ammirarlo in casa del conte Francesco Moscardo, figlio del collezionista Ludovico.
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