Di poco posteriore al Manoscritto B, anche il Codice Trivulziano testimonia l’attività di studio di Leonardo a Milano tra 1488 e 1490. Oltre a disegni e studi di architettura, proverbi, favole e facezie, il quaderno presenta interminabili liste di parole, tratte da alcuni dei libri che Leonardo aveva sul suo scrittoio: il Vocabolista di Luigi Pulci, il De re militari di Roberto Valturio, il Novellino di Masuccio Salernitano e le Facezie di Poggio Bracciolini. Da Valturio, ad esempio, è tratto il ricordo della “biblioteca perduta” di Alessandria: «Ammiano Marcellino afferma essere abrusiati 7 cento mila volumi di libri ne la pugna alessandrina al tempo di Julio Cesare» (f. 1v, con caricature e versi giocosi contro Petrarca). Sulla pagina di fronte, accanto a un disegno di macchina d’assedio, un’importante lista di suoi libri: «Donato / lapidario / Plinio / abacho / Morgante».