GIUGNO 1996
Un architetto militare
di Elisabetta Molteni
AMELIO FARA, Bernardo Buon
talenti. Electa, Milano 1995 (wa
1996), pp. 328, Lit 180.000
no di Pratolino, la porta delle Sup.
pliche sembrano tutt'altro che
"preparazioni a qualcosi, sono
opere autonome e in sé compiute.
Esiste una definizione rapida e Intorno al 1584 Buontalenti intr-
significativa dell'
opera di Bernar prende le riflessioni sulla sistema
do Buontalenti? Chi è il Buontazione della piazza antistante Palazzo
lenti, qual è il problema che la sua Pitti e sicuramente raggiunge qui
opera pone, che ruolo ha nella sto una delle sue elaborazioni più inte
ria dell'architettura? Solo uno stu ressanti, ma l'interesse sta proprio
dio completo e sistematico per nell'antologia di soluzioni ed ele-
mette di rispondere a queste sem.
plici domande, ma finora tale stu-
dio non esisteva, non esisteva una
monografia sul Buontalenti A ciò
ha posto rimedio Amelio Fara, stu-
dioso che da quasi vent'anni si oc
cupa dell'architetto fiorentino
Architetto militare, ideatore di
apparati scenici e di arredi, archi-
tello nel senso più esteso le rinu
scimentale del termine, Buonta-
lenti, grazie ai suoi lunghi anni di
servizio presso la corte medicea,
attraversa e costruisce con le sue
numerosissime opere la storia del
principato fiorentino del secondo
Cinquecento. Ricordiamone alcu
ne: la villa di Pratolino, l'ingrandi
mento e la fortificazione di Livor
no, l'altare in Santa Trinitathap
parati per il teatro medico degli
Uffizi, il Casino di San Marco a
renze, la cappella dei Principi, i
progetti per la nuova facciata del
Duomo ancora a
Firenze...
Buon
talenti è quindi prima di tutto un
architetto polimorfo, la cui opera
si estende da un altare a un'inter
città e chiede quindi di essere cri
ticamente riunificata Dire che il
suo incarico a conte lo portava ne-
cessariamente a tale versatilità non
e che una soluzione tautologica al
un problema che ha ben altro spes
sore (basti pensare alla difficoltà di
cogliere i legami tra architettura
militare e civile, una scommessa
che impegna tutto gli storici
dell'architettura e che è tornata re-
centemente alla ribalta negli studi
su Francesco di Giorgio Martini).
Fara divide il suo Buontalenti in
tre parti, separando l'Ingegneria e
vrbanistica militare vien pero di
domandarsi cosa sia mai l'urbani-
stica militare dalle altre opere che
vengono distinte cronologicamen
te in due periodi: dal 1550 al 1584
Architetture come preparazione
grandi imprese) e dal 1584 al 1607,
l'anno precedente la morte del
Buontalenti Disegwo di grandi
prese archite). Un
Un percorso
cronologico ben si addice al tipo di
esame cui Fara sottopone l'opera
del Buontaienti. Il suo studio ci
sembra infatti soprattutto una cro
dei progetti e dei lavori
dell'architetto, una lodevole rac-
colta di documenti, immagini e di
segni dewe pero manca un'inter-
pretazione del materiale messo a
disposizione
Un dato ci sembra particolarmen-
te significativo: delle ben 525 illu
strazioni del testo forse poco più di
una decina riguardano opere non
buontalentiane, cosi che nessun
rapporto evidente si stabilisce tra
queste opere e quelle contempora
nee, o del passato, permettendone
almeno una prima valutazione criti
ca. Ma anche accettando questa im
postazione francamente non si capi
sce perché il 1584 costituirebbe un
momento di svolta decisivo all'in
terno della sua opera. Il disegno del
la città di Livorno, la villa e il giardi
Arte architettura
Fara su questo argomento (Bemar.
do Browalenti: l'architettura, la
guerra e l'elewento geometrico, Sa
gep (1988). Nicolas Adams, recen
sendo quel libro ("Joumal of the So
ciety of
Architectural Historians".
marzo 1991), esprimeva alcune ri
serve e le obiezioni allora espresse 1
si possono rinnovare a proposito
di questo volume. Problemi quali
il rapporto con l'architettura di
Michelangelo, la definizione del
peso reale che ebbero nelle opere
del Buontalenti le sue conoscenze
teoriche Ida Euclide a Galasso Al
ghisi), restano quesiti enunciatima
non risolti
menti che si ritrovano in opere pre
cedenti e di ambitossa diverso co-
me l'allestimento per il battesimo
del principe Filippo nel battistero di
San Giovanni (1577) o la scalinata
dell'altare in Santa Trinita (1574).
Né la biografia dell'architetto ne
la storia dei suoi tempi fanno di
quella data una pietra miliare della
sua carriera del suo modo di fare
architettura: il sodalizio che ha le-
pato Buontalenti a Francesco I si
interrompe solo alla morte di que:
sti, nel 1587; il suo primo viaggio a
Roma e del 1557: quello in Spagna
del 1562
L'interesse di Amelio Fara per il
Buontalenti nasce certamente da
gli studi di architettura militare fri
cordiamo, ad esempio, il suo sag.
gio La o de guerra, Einaudi,
1993), ma in questo volume l'esa
me delle architetture militari si
condensa in poco più di dieci pagi
ne e sembra un sunto del volume
precedentemente pubblicato da
Il volume di Fara si conclude con
il catalogo dei disegni del Buonta
lenti, un patrimonio assai consi
stente conservato in gran parte agli
Uffizi. Le schede sono essenzial
mente tecniche e descrittive, quasi
sempre senza alcuna discussione
critica e senza riferimento al dise
gni pubblicati nel volume (è neces
sario consultare una tabella di con
cordanze per sapere se il disegno in
questione e riprodotto o meno).
Anche la forma editoriale merita
qualche considerazione, poiché la
struttura di questo volume è so
stanzialmente diversa da quella cui
le monografie Electa sui grandi
architetti ci avevano abituato. Te
sto e immagini sono rigidamente
separati, il che costringe il lettore a
una lettura acrobatica (anche l'im-
paginazione delle immagini lascia
spesso a desiderare), e l'indice dei
nomi ha qualche lacuna (per esem.
pio la citazione di Ammannati a p.
64 manca nell'indice).
Pittori dietro le quinte
di Anna Villari
Ai lettori
Nelle giornate del Salone del Libro di Torino numerosi visitatori sono venuti a trovarci
allo stand dell'Indice". L'occasione ci è servita per discutere con molti lettori delle novità
introdotte nella rivista a partire proprio dal numero di maggio, per rispondere a quesiti di
diversa natura, ricevere suggerimenti e informare sulle iniziative in corso e in cantiere.
Grande interesse, soprattutto da parte di chi l'aveva già prenotato, ba suscitato il tanto
atteso CD-ROM, di cui abbiamo potuto presentare solo un prototipo. Si è avula cosi la
prona provala nox solo della sua esistenza (divenna ormai da qualche tempo, materia di
fede), ma anche della sua funzionalità che è sembrata a tutti corrispondere alle promesse.
Purtroppo, però, un problema nuovo si è aggiunto ai tanti contrattempi da cui sono deri
voli ripetuti ritardi dei mesi scorsi. Alla verifica definitiva, il CD-ROM ci è apparso pie
mwente soddisfacente per tutta la parte relativa ai programmi di gestione, sia per l'estre
wa semplifiazione dei comandi che per la velocità di ricerat; ma non altrettanto per il ca
pitolo del "caricamento dei testi, effettuato con il procedimento della scannerizzazione.
Come hanno potuto constatare i lettori che lo hanno provato al Salone, gli errori di inter
pretazione dei caratteri di stampa non erano pochi
Abbiamo perciò preso la decisione (non facile, da molti punti di vista) di fare revisionare,
tino per uno, do 14.000 testi in archivio da un nutrito gruppo di correttori, selezionati in
gagyi direttamente da noi e percio impegnati a luontre a nostro stretto contatto. Ciopro
vocher un ulteriore slittamento dei tempi. La notizia non farà piacere, ma contiene anche
due aspetti positivi. Innanzitutto gli acquirenti avranno in mano un prodotto curato nella
massima nisura possibile, e in secondo luogo il tempo del nuovo ritardo può ora essere calco
lato con precisione, perobed restori sotto il nostro diretto controllo: 65 giorni partire dal 27
maggio scorso. Saremo dunque pronti per le spedizioni all'inizio di agosto, a conveni effer-
Starle all'inizio di settembre, sapendo che molti preferiscono now ricevere posta en quel mese.
A tutti i lettori, numerosissimi, che hanno prenotato il CD-ROM già dalla fine del 1995
e poi senza soluzione di continuità, nei primi cinque mesi di quest'anno, dobbiamo rin-
more molte scuse. Ma ormai non uale esprimere rammarico. Ripareremo con un prodor-
to ben fallo, che sarà molto utile. E pensiamo che una certa riparazione possano valere an-
che gli straordinari prezzi offerti nella lunga fase promozionale, terminata lo scorso 3!
maggio. Dal 1° giugno, infatti
, sono in vigore quelli definition
• prezzo intero: 150.000 lire (comprese le 5.000 lire per la spedizione).
• prezzo scontato per gli abbonati: 105.000 lire (inclusa luwe un contributo di 3.500 lire
per la spedizione).
Per ulteriori informazioni si può telefonare al numero 06/37516199 e chiedere di Filip
po Maone
La felice tesi di laurea discussa
con Roberto Longhi nel 1956 da
una futura "
femminista storica
tesi quasi immediatamente perduta
c ritrowata solo due anni fa da Mo.
reno Bucci, e oggi pubblicata nella
collana "Studi" della Fondazione
Carlo Marchi. Se la sola vicenda
potrebbe bastare a suscitare qual.
che curiosità, è il tema trattato che
si impone ancora, a quarant'anni di
distanza, come nuovo e fecondo: il
rapporto tra scena e pittura, artifi
gurative e scenografia teatrale è sta
to studiato solo in parte, e Carla
Lonxi lo affronto allora con grande
rigore e coraggio. La ricerca non
era semplice: una bibliografia scar
sa, per lo più
straniera e poco repe
ribile, porto l'autrice a frequentare
biblioteche private, archivi di tea
tri, a incontrare e intervistate arti
sti, pittori, scenografi, con quel de
siderio di confronto diretto di atti
va verifica che sari po della giowa
ne critica militante, fino a quando
non abbandonerà questa attività
nel 1970 proprio perché conturia
al ruolo fondamentalmente passivo
che da un critico si pretendeva. La
circostanze, non solo parlando
vorare "non solo di mente ma di
scrivendo, ma allacciando rapporti
umani" dirà anni dopo, e una cosi
intensa cowprensione con il sopget
to affrontato e più che percepibi
le nella prosa sbrigliata del testo,
più rapida, analogica, ironica via
via che si procede, e gli spettacoli
evocati sono quasi evento del mo-
mento
Carla Lonzi parte dall'analisi
delle fonti settecentesche (Alga
rotti e le innovazioni di Ferdinan-
do Bibienale si sofferma sulla ri
duzione della scenografia, durante
l'Ottocento, da meraviglioso uni
verso inventato a verosimile atmo-
stera dipinta. A fine secolo, se il
teatro non è più inteso come reci
tazione di testi ma come spettacolo
e forma di espressione pressoché
completa, la scenografia si liberi
dal vincolo del verismo e dell'evo
cazione storica per appropriarsi di
mondi nuovi, fantastici, sognati,
interiori. Comincia forse proprio
qui quella collaborazione consape
vole e propositiva tra pittori e ri
sti, arti figurative e teatro il ballet
to in primo luogo che vede insie
me, ad esempio, Russia con Fran-
cia, Diaghilev ei Ballets Russes
con, tra i tanti, i Nobis, Leon Bak-
st, Picasso, de Chirico, in uno
scambio continuo di suggestioni e
formule stilistiche
Ecco, da questo momento, mes
sinscene che hanno l'aspetto di
quadri cubisti, metafisici, costrut:
tivisti e meccanici, razionalisti. Ma
ancora, le sperimentazioni futuri-
ste arricchiscono il repertorio delle
soluzioni scenografiche, la pittura
invade il palcoscenico, e il gusto di
pittori scenografi come Depero o
Prampolini si riflette sulla scelta
dei costumi, delle luci - fasci mo
bili, coloratissimi - degli oggetti,
di un'umanità meccanizzata eru
morosa
Più tradizionalista il campo della
scena lirica, "roccaforte della tela
dipinta" e quando ci si aprirà alle
collaborazione con i pittori, le sce-
nografie saranno, non poteva esse-
re altrimenti, novecentiste e neo
primitive. I paesaggi e gli interni di
Sironi, Carrà, Funi, sono geome
trie larghe, spoglie, solide, ma già a
partire dal famoso I Maggio Musi-
cale Fiorentino del 1933 de Chiri
co stupisce il pubblico reinventan-
do completamente ! Parran di
Bellini e affermando il ruolo pre-
potentemente e arbitrariamente
creativo del pittore-scenografo.
Sono ancora altri - e tutti vivissimi
gli spunti di ricerca, e curiosa-
-
mente attuali alcune proposte sce
nografiche su cui l'autrice, con in-
tuito sottile, si sofferma: la teoria
del 1920 di Achille Ricciardi
sull'uso di colori puri per suggerire
il carattere dei personagti ricorda
tanto l'ultimissimo allestimento di
Achim Freyer (marzo 1996) del
Dow
GM di Mozart
"Il mondo dell'arte la celebra e
la rimpiange" scrive Marta Lonzi a
proposito della sorella, scomparsa
nel 1982. In appendice una bio-
grafia ne traccia il profilo di stu
cliosa e critica consapevole di don
na impegnata che della vita e
dell'arte non ha voluto essere solo
spettatrice, dimostrando una vo
lontà fortissima di andare sempre,
curiosa, dietro le quinte".