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Pubblicazioni, Oggetto 204

Lonzi Marta[1978] - 2003

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

Presente copertina del volume di Marta Lonzi, Rapporto reale e rapporto sublimato con l'oggetto, Prototipi; bozze parziali di Carla Lonzi, Anna Jaquinta, Del riconoscimento, Prototipi; bozze parziali di Maria Delfino, Anna Jaquinta, Carla Lonzi, Marta Lonzi, Dello scrivere, Prototipi; Negri-Scalzone: progetto del libro sul confronto tra le Brigate rosse e Rivolta femminile (con ritagli stampa e lettere di Renata [Gessner] a Marta Lonzi).

Details

  • Title: Pubblicazioni, Oggetto 204
  • Creator: Lonzi Marta
  • Date Created: [1978] - 2003
  • Transcript:
    Dove sbaglia Toni Negri di Giorgio Bocca Nella sua analisi dei comportamenti della stampa italiana nei confronti del processo che lo riguarda, il professor Toni Negri chiama in causa alcuni giornalisti citandoli col loro nome e cognome. A uno di questi, Giorgio Bocca, che dalle pagine del settima- nale L'Espresso e del quotidiano La Repubblica ha seguito con particolare attenzione il nascere e lo svilupparsi dell'istruttoria Negri, Panorama ha chiesto di rispondere, nni fa, quando lavoravo alla biografia di Togliatti, feci que- sta scoperta, non trascendentale ma essenziale: tutti i dirigenti comuni sti che interrogavo sullo stalinismo lo avevano scoperto solo quando ne erano stati personalmente col- piti. La regola resta di stretta at. tualità: Toni Negri ha scoperto il giornalismo italiano e si è interes. sato ai suoi meccanismi solo quan. do si è ritrovato sbattuto come mo- stro sulle prime pagine; noi ci sia mo interessati a fondo del terro- rismo e dell'area rivoluzionaria so- lo quando siamo diventati obietti. vi da colpire. Antonio Negri mi mette fra i po- chissimi giornalisti cui dà la suf ficienza. Se è vero che è uomo di grande orgoglio intellettuale deve essergli costato una certa fatica da- to che io non sono mai stato te. nero verso le sue idee e verso i l'analisi che Negri fa della stampa suoi atteggiamenti. Una parte del italiana mi trova consenziente an- che perché non potrei smentire me stesso: sono le cose che vado scri. vendo da anni. La stampa è subalterna al siste ma dei partiti anche perché ne è in larga parte finanziata; il suo at. tuale disinteresse per il sociale de riva dalla subalternità, si evita la realtà per evitare la critica a chi, questa realtà, non riesce più a rap- presentare e a governare; si creano dei sistemi di comodo, basati sul rimbalzo delle responsabilità, per cui nessuno parla più in nome pro- prio ma tutti per sentito dire; e co si accade che si gestisca il processo co quale quello contro la banda Ne. gri, è necessario ma molto articola to. La loro individuale responsabi- lità può dunque essere chiamata al. la prova ben più frequentemente di quanto comunemente si creda. Ma Bruto è un uomo d'onore! La stampa e il mio processo, mi chie. devate. Mi sembra di aver comin. ciato a dimostrare che senza un rapporto certo fra la stampa e il tribunale, non solo questo processo non sarebbe stato possibile ma nem- meno la fattispecie criminale (sin- tonia fra il pensiero degli imputati e l'azione del terrorismo) sarebbe diffamatorio o il processo indiziario sempre sulle basi di voci o indiscre- zioni. La vetta di questo metodo è sta- ta toccata quando si è parlato del l'alibi di Nicotri vacillante o cadu- to; sarebbe bastato fare una tele- fonata al Mattino di Padova, a dei colleghi, in certi casi a colleghi del. la stessa azienda, per sapere che l'alibi restava valido. Ha ancora ra- gione Negri quando registra la sor dità generale, la mancanza di ca- pacità di indignazione. In che cosa sbaglia Negri? Secon- do me in due punti: nella rimozione delle responsabilità sue e dei suoi compagni e nella schematicità del- l'analisi. I giornalisti come gli ope- rai comunisti di cui parlava Gram- sci sono degli uomini, non dei san- ti o degli eroi. E questi uomini, fra cui mi metto, per anni sono stati oggetto della derisione, delle ingiu. rie, delle minacce più o meno lar- vate di Negri e dei suoi compagni. Certo una persona che rispetti se stesso e la sua professione deve ri spettare la verità prima che i suoi sentimenti; e questo è ciò che alcu. ni di noi hanno cercato faticosa mente di fare in questi anni. Ma la massa, la media reagisce nei modi naturali, massa, la media dei gior. nalisti ha risposto con la diffiden- za e l'antipatia a un movimento po- litico che li trattava come spie o servi, che gli sbatteva le porte in faccia. Eppure è la stessa stampa che oggi, nel momento del bisogno, Ne- gri e i suoi compagni guardano con occhio diverso, distinguendo, collo- quiando, ritrovando accenti sinceri anche se rimane una certa arrogan. za intellettuale, una certa puzza sot. to il naso. Il secondo errore di Negri è di non tenere conto, di non capire che la stampa rimane dalla parte di questo sistema come è, di questa democrazia come è perché ne co- nosce i forti e numerosi difetti ma anche i meriti e i vantaggi: Negri e i suoi compagni avranno il nostro pieno e incondizionato aiuto per stata inventata. Detto questo, credo tuttavia che spazi libertà nel mon- do giornalistico esistano ancora. Deb. bo dire che lo credo più perché ho fiducia nelle persone e perché sento che una cert'aria tira nel paese che sulla base della mia esperienza di. retta. Per esempio, sapeste che delu. sione è la lettura dei quotidiani in carcere! Qui, davvero, dentro i tem- pi psicologici del carcerato che si svolgono fra euforia e angoscia, fra sarcasmo e abbandono, sempre in attesa di qualcosa, il giornale avreb. be la possibilità unica di trovare il soggetto religiosamente disposto, co- Il giornalista Giorgio Bocca sfuggire alle false accuse e al si. stema delle allusioni e dei sillogi- smi. Ma perché vogliamo che que. sta sia resti la regola del gioco, nou ce-to per le alternative inesi. stenti o liberticide, non certo per lo squadrismo e il marinettismo che in questi anni ci sono arrivati da Padova e dintorni. Antonio Negri dice di non aver perso la fede nelle persone e nel loro capacità di assumersi le proprie responsabilità. Questa è la dal carcere di Rebibbia. Si, e cosi, ognuno di noi scopre il prossimo so- lo quando ne è ferito o ne ha bi. sogno; ma una volta fatta questa decisiva e traumatica scoperta o gnuno di noi deve restare persona matura, raziocinante e direi di più, generosa, comprensiva. Questa forse è l'ora in cui il dia- logo serio e comprensivo fra le per. sone oneste di questo paese può es. sere ripreso. E per questo che in- tendo battermi per la difesa rigo rosa di tutti i diritti di Negri e dei suoi compagni; per questo che sto fra coloro che pensano a una soluzione politica della guerra civi. le; è per questo che credo di es. sermi meritata la sufficienza del professor Negri. Con il quale sono d'accordissimo su questo punto: il processo, più presto possibile, fuori dalle voci e dalle allusioni. Fuori dalle scoperte dell'acqua cal- da che troppi inquisitori vanno fa- cendo di questi tempi. me voleva Hegel, a una lettura che sia come una preghiera quotidiana. E invece! Se qui si è tagliati fuori da quell'informazione minuta e con- tinua che porta sulle cose che inte. ressano la lotta di classe, le modi. ficazioni reali e di massa dei com. portamenti sociali risulta subito che è vano tentare di ricavarla dai giornali. Se li si aspetta con ansia, non solo per leggervi le notizie che ci riguardano direttamente ma so- prattutto per il resto, per avere in- formazioni, materiale sul quale pen- sare, nutrimento perché in galera il cervello non invecchi, tutto ciò è >>>> PANORAMA - 30 LUGLIO 1979 - VII
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  • Notes: Presente uno scritto con segnatura Vodoz A10/6.

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