LE CRITICHE
Gazzetta del Popolo
Martedì 3 Novembre 1959
Piero Rambaudi
Associazione Arti Figurative
L'aspetto più patetico della
storia pittorica di Piero Ram-
baudi, che nelle sue manife-
stazioni indulge cosi poco al
patetico, è dato dalla capar-
bietà ch'egli ha dovuto svilup.
pare per resistere senza modi-
ficazioni in mezzo alle modifi-
cazioni talvolta repentine e in-
volute dell'ambiente circostan-
te. La sua resistenza è avve-
nuta su posizioni che non sono
certamente popolari; il suo
astrattismo é antemarcia, per
così dire, almeno in Italia. Cer-
ti suoi disegni esposti nel 1932
a Torino, che qui si rivedono,
precedono di qualche anno la
prima mostra di pittori astrat-
tisti italiani, e una tempera
del '45 potrebbe fare da batti-
strada a molte esperienze di
poi. Se questa storia, pur così
autentica, è rimasta nell'ombra
è dovuto in gran parte al fat-
to che Rambaudi ama il lavoro
appartato e la solitudine che
gli consentono l'assoluta ade-
sione dell'azione al pensiero.
La severità spirituale e nel
tempo stesso tecnica appartie-
ne alle origini della formazio-
ne dell'artista nel riverbero del-
la «Bauhaus >> più rigorosa e
si manifesta in nitide immagi-
ni. Nell'opera di Rambaudi la
fantasia ritorna sempre ad una
struttura geometrica nella qua-
le la ripetizione del motivo agi-
sce come moderato elemento di
inquietudine. La bellezza, per
Rambaudi, è una quiete colora-
ta, una relazione armonica di
sensazioni prima di tutto otti-
che nelle quali spazio e colore
si riconoscono a vicenda.
1. c.
LA STAMPA
Sabato 7 Novembre 1959
Rambaudi
Piero Rambaudi, uomo di larga
cultura, espertissimo di tecniche
grafiche anche per il suo lavoro
d'industriale della carta, è - Co-
me artista - un solitario mal-
grado le sue partecipazioni, fin
dal 1932, ad ogni più avanzata
espressione d'arte. Lo notano, in
occasione della sua mostra alla
« Associazione Arti Figurative >, i
critici Giuseppe Marchiori, Enri-
co Crispolti, Angelo Dragone. Ma
può essere che proprio dalla sua
intimità di pensieri, dal suo rae-
coglimento spirituale, nascano le
meditate immagini che popolano
la sua fantasia poetica. E' un fan-
tasticare, il suo, che si traduce in
forme assolutamente estranee al
mondo naturale. Dunque, Astrat-
tismo rigoroso, intransigente, e
tuttavia permeato d'una cotal dol-
cezza sentimentale che si traduce
in ritmi pacati, in modulatissimi
rapporti tonali. Collages e inchio-
stri di china sapientemente gra-
duati e diluiti, i cui finissimi lu-
mi fanno talvolta pensare ad at-
mosfere magiche del Morandi co-
loristicamente più estenuato. Si
intende che ogni comunicatività
si limita, come nell'Astrattismo
migliore, ad una sottigliezza qua-
si impercettibile di sensazioni.
L'uomo, il suo animo contrastato
di passioni, è assente o tace. Un
silenzio, quindi, in cui tutt'al più
si può cogliere un lento indefini.
bile mormorio, l'eco di un suono
lontano, perduto nei meandri del
l'inconscio. E si aggiunge un'om.
bra al tramonto della figuratività.
A quando l'alba di un'arte che
riconcilii l'uomo con se stesso?
mar. ber.
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