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Rassegna stampa, Oggetto 207

Lonzi Marta18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

  • Title: Rassegna stampa, Oggetto 207
  • Creator: Lonzi Marta
  • Date Created: 18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001
  • Transcript:
    il manifesto la talpa libri Passione della politica come scienza. Montesquieu secondo Althusser natura, ciò che lo fa essere qual è, e il proprio principio, la pas sione che lo fa agire. Ma si ri- schierebbe la tautologia - in una palla che rotola ogni punto della sfera passa dal basso in alto per poi tomare in basso e cosi all'in- finito, insiste Althusser-se ci si l'interazio- ne tra i due elementi. Il percorso di Montesquieu mette capo in- vece al roperimento di un termi- ne determinante: è la forza del principi che travolge tutto. Cosi, pur con molte cautele. Althus- ser suggerisce che la forza deter- minante in ultima istanza dei principi non sia dissimile dalla marxiana determinazione ein ultima istanza dell'economia . Di certo la morfologia non è più quella - che Althusser volle sempre associare al nome di He- gel-circolare. E? UNA FORZATURA analogi- , a ca, ma serve a inseguire le risultanze di quell'an- U tiformalismo a cui Montesquieu è quasi costretto dal suo metodo di indagine. Earriviamo all'esito più cospicuo di questa spinta antiformalistica: schemi storio grafici largamente accreditati leggono la monarchia assoluta come una forma di governo qua si predestinata all'alleanza con la borghesia. Ma dietro questa lettura opera una distorsione anacronistica: si proietta sulla tere politico che riesce, almeno per una fase storica, a catturare l'interesse generale della società e a istituirsi in autonomia relati- va o assoluta dalle classi sociali. Questa riflessione sarebbe ir robustita, verosimilmente, da un confronto con un asse decisi vo del conservatorismo classico: quello che vede le libertates del l'ancien regime resistere alla nuova - arivoluzionarias - bertas al singolare, quella unica, indivisibile e inalienabile. E' un punto che Althusser vede benis- simo, laddove il suo tentativo di borghesia settecentesca, e maga- dissociare l'opera di Monte- ritardo-seicentesca, l'immagine squieu, e in particolare lo Spirito della borghesia rivoluzionaria e delle leggi, dalla successiva vi- postrivoluzionaria. Ciò che ri- cenda rivoluzionaria francese mane saldamente ancorato a un gli rivela un Montesquieu prote- quadro di economia mercantile so a denunciare il dispotismo viene stravolto nei termini di un non già per sposare la causa del processo di accumulazione tipi- la libertà in generale e per offrire Dal punto di vista politico cio si co della borghesia industriale, precocemente i propri servigi ai rivoluzionari che stanno per af- gnifica che, cosi come è del tutto facciarsi sulla scena della storia implausibile un'incompatibilita ma per apparecchiare la difesa strutturale dell'economia mer- delle delle molte cantile con l'ordinamento feu della colto libertà particolari dale, è altrettanto implausibile forme di governo -repubblica, che ogni e qualsiasi borghesia monarchia, dispotismo - il di. entri immediatamente in rotta spotismo è infatti l'unica che di collisione con la società feu- punti sulla sregolatezza assolu- dale. Il borghese che si arricchi ta, perché si affida al tramonto sce con i commerci non punta a della politica. Dell'onore, pas reinvestire i profitti in imprese sione monarchica, e della virtù manifatturiere, ma a guadagnar passione repubblicana, si può si una carta d'accesso alla socie- rintracciare un codice, un patri- tà nobiliare e, per il suo tramite monio di regole, un criterio di all'apparato statale (i profitti so disciplinamento a cui attingere no investiti tra l'altro nell'acqui per evitare lo scivolamento in sizione di cariche pubbliche a una condizione totalmente esle- cio che si muove negli immedia- ge, amorfa, magmatica. Ma qua ti paraggi dello Stato. le regola potrà mai essere ascrit- ta alla paura, la passione che se- gna il dispotismo? Questa mancanza di canali e filtri, questa condizione poten- zialmente sempre alluvionale del dispotismo, lo rende vulne. rabile alle passioni popolari. Do ve sono più quei corpi intermedi che nella monarchia fungono da cuscinetto e quei notabili eletti Perché tutto questo accani mento di Althusser su un punto cosi apparentemente periferico - al massimo una vertenza sto- riografica per specialisti? Perché proiettare all'indietro l'immagi- ne di una borghesia costitutiva mente in conflitto con l'ordina- mento feudale equivale ad aval- lare l'illusione mitica di un po- BRUNO ACCARINO L'autore dello «Spirito delle leggi» riletto O comprimate ANG Althus dal filosofo marxista. Contro il mito dello scienziato al di sopra delle parti Montesquieu incuminato verso il Pour Marx, quel libro di rottura che Cesare Luporini volle veder tradotto nelle edizioni di partito (gli Editori Riuniti, allora), come a sancire, per quel tanto di simbo- licamente enfatico che poteva esserci in un indirizzo editoria- le, un titolo di ufficialità pur nel riconosciuto carattere di etero- dossia dell'opera. Quel tratto ir ritante, asetticamente e ripetiti- vamente metodologico ed espi- stemologico, e magari ostentata- mente non contenutistico, che nell'Althusser degli anni '60 - ma chissà, forse è una stagione di cui abbiamo un ricordo defor- mato e ingeneroso - qui appare assente o riscattato: fatta salva, forse, una certa tendenza lettera- ria. quasi una cifra stilistica, a una forma saggistica che non ri- vela subito le proprie carte, che differisce l'enunciazione delle tesi forti, che carpisce l'attenzio ne del lettore nascondendoglia lungo gli esiti più imprevedibili della ricerca. E che in realtà, in questo caso, anticipa un'offensi va a largo raggio, tesa a ripensare tutte le forme del marxismo oc- cidentale, Un criterio che accompagner Althusser fino a Lire le capitale oltre si rende immediatamente riconoscibile: la conoscenza non può fondarsi su una totalità espressiva circolare, su un'idea di pars totalis. In Montesquieu un governo ha infatti la propria giovedi Il gennaio 1996 Louis Althusser in un ritratto parigino di Mario Dondero che nella repubblica dirigono il traffico politico? La verità è che il dispotismo è un concetto limite, perfino caricaturales (Althusser), ma non per questo è esemplato su esperienze politi- che orientali, lontane, inaccessi- bili: è semmai spettro e monito di fronte a cui si trova la monar. chia assoluta quando è sedotta dalla prospettiva di azzerare la politica e cancellare le media- zioni che la tengono in vita. I REALIZZA casi uno scam- bio politico - cote chia- marlo altrimenti? - tri la nobiltà e il re, e trovo assai felice la collocazione dell'analisi di questo scambio nel capitolo de dicato allo smantellamento del mito della separazione del pote- ri, e per esso di un Montesquieu padre putativo di tutti i futuri as- setti costituzionali rivoluziona- ri. Se la distribuzione del poteri viene pensata tton sul metro di un generico principio civile di equità e di progresso rispetto al- la precedente volontà di accen- tramento, ma sul metro di una combinazione di potenze, lo stanti le clausole che impedisco- scambio assume queste fatteze: no al sovrano di giudicare i 110- ti solo dal loro pari, la nobiltà si bili, che possono essere giudica- vede tutelata dalle possibili ag- gressioni sia del re che del popo- lo. Equali benefici e controparti te ne trae il re? Poter contare, non è poco, su una nobiltà ostile alle condizioni di abbandono e solitudine che avvelenano la vi- ta del despota, cioè a quelle con dizioni che, essendo preda del l'immediatezza delle passioni, si sottraggono anche al controllo del monarca. A questo punto la scelta di campo di Montesquieu è compiuta, e non è certo quella di un canaldo, magari maschera- to, della causa della borghesia destinata a trionfare con la Rivo- luzione Devo sospettare un fondo di malizia e di provocazione cultu rale nella stravagante (dati i tem pi) iniziativa editoriale della manifestolibri? Stretti come sia- mo tra un universalismo spesso clamorosamente bocciato dagli eventi quotidiani, e un plurali- smo talvolta apertamente vez- zoggiato dalle forze più retrive e conservatrici, rischiamo di di- menticare che, se la zattera del 1989 è troppo ecumenica per es- sere interamente affidabile, pur troppo anche quella del 1789, che peraltro ha sempre traballa- to, è in balia di parecchi marosi. ei due secoli intercorsi non ga- rantiscono affatto una naviga zione tranquilla. Ma continuo a pensare che la sfida filosofica più attraente sia quella di un nuovo universalismo, magari sfrondato di parecchie ingenuità e di molte zopple Louis Althusser MONTESQUIEU, LA POLITICA, LA STORIA acuradi Aberto Burgio manifestolibri pp. 156. £.22.000
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