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voleva andare a lezione di francese domani, non mi ha dato un bacio quan-
do sono arrivata. La città è grigia, si è messo a piovere. Ritva è troppo
immunizzata al dolore, mi manca che lei non lo conosca: io lo conosco trop
po, Erix c'è questo abisso tra noi. Ritva dice "mio marito non mi cre
de perchè io non enfatizzo le sensazioni, ma intendo esattamente quello
che dico". Perd è vero che non lo comunica, qomunica un'altra cosa,
Ricevo questa lettera di Marilisa del 29-5.
Dunque a questo prezzo hai pagato la tua salvezza del rapporto con l'uomo,
dandogli il meglio perchè nel meglio ti lasciasse restare? L'incantesimo
del femminismo. Il rito è consumato, la crisi che avevi paventato è supe-
rata, chi e che cosa si alza sulle ceneri dell'ultimo alibi e della tua
anima? Io non ti chiamo più, ora finalmente non ti scuoteranno le mie sco-
mode grida nel tuo altezzoso e incantato deserto.
Tutto è cominciato con una sua lettera dell'1-5.
Cara Carla, guarda i quadri di Carla che hai in casa, ti ci vedrai croci-
fissal Penso che tu abbia già capito. Io è un periodo che sto capendo tut-
to di me e di te. E ci sono capitate le stesse cose in occasioni diverse.
Io ho avuto mia madre, tu Carla, ma sono la stessa cosa! Tutte e due cosi
brave, cosi scaltrite, cpsi arrivate da qualche parte nel mondo degli uo-
mini. Lei ti ha inferiorizzato con la sua creatività riuscita che non è
stata altro che scaldare una minestra fatta con le primizie offerte da
qualcun'altra! (Il guizzo personale che vi si avverte non è che la fretto-
Iosità di cui hai parlato tu l'ultima volta che ci siamo viste a proposi.
to di "Superiore e Inferiore", e questa è una continuazione del discorso).
Come mia madre mi ha inferiorizzato con il suo rapporto con l'uomo cosi
riuscito, altra abile costruzione scaldata, e quel calore di tutte e due
nasceva da una voluta confusione chiassos a millantata per unanità, un'ope-
razione collaudata e con bravura, che le ha distinte dalla incolorità del-
le altre donne. Questo te lo scrivo ora perchè ho avuto questa intuizione
sui quadri poco fa e mi ha proprio scosso e impressionato. Per le altre
cose penso che stiamo allo stesso punto e che siamo tutte e due sempre in
autocoscienza, proprio sempre naturalmente. Anch'io ho ancora pianto come
te, sbloccandomi e liberandomi. Quando capiterà ci vedremo, tanto lo so
che ci siamo (insieme) anche se non ci vediamo. Ciao MA
Tra la prima, a seconda lettera (cronologicamente parlando), clera skata
una mia risposta che aveva provocato la rottura.
Carissima Marilisa, ho ricevuto la tua lettera e un po' mi ha sorpreso che
tu abbia dato a Carla la stessa importanza originaria che ha avuto tua ma-
dre per te essendo, come dici, dello stesso tipo. Mia madre era un'ombra,
timida, frigida, sola, non osava mai farci presente se stessa e le sue ne-
cessità, si aspettava qualcosa dai figli... Mia sorella era più timida di me
prediletta in casa per le sue doti di equilibrio, brava a scuola...non era
un tipo dal successo facile fuori di casa...comunicare le era difficilissi-
mo... Semmai ero io la donna emancipata di casa, dal loro punto di vista:
ero considerata coraggiosa, poco viscerale, una che tiene la famiglia come
punto d'appoggio. . Quello che mi rovinava la salute invece era il fatto
che non ero accettata, nè capita, ogni sforzo di comunicare destava sospet-
to, mia sorella non aveva mai tempo per me...Lei era la prediletta del pa-
dre, ma io ero il ritratto del padre, come diceva mia madre non si andava
d'accordo perchè ci somigliavamo troppo. Mio padre era la persona più rea-
lizzata e intraprendente della famiglia. Mia madre semmai si è difesa dal-
l'inferiorizzazione che le poteva venire da me, e mia sorella lo stesso.
Mi facevano rabbia, mi sentivo sclusa, ma non schiacciata dalla superiori.
tà dei loro gesti. Allora la creatività di Carla mi dava garanzie di una
sua autonomia dal mondo degli uomini. Se lo faceva lei, era difficile che
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