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non xxxx lo avrei più accompagnato in giro per l'inaugurazione delle sue
mostre. Non sopporto di stare con persone con cui non c'è possibilità di
scambio, chi sta intorno all'arte sono dei mitomani alienati galleristi,
collezionisti, assistenti, mogli, figli, ecc. con cui non si arriva a nien
te. Tutto è strumentalizzato tra il prestigio e il denaro. Si incontra
gente incredibile, affascinata all'idea di avere a che fare col Maestro.
Mi viene da star male. Cosi gliel'ho detto che non lo seguirà mai più:
non voglio Turicchi, siamo pari, lui guadagni la vita come vuole, io sta-
ro per conto mio. Via via che parlavo mi si apriva il cuore: anche un desi
derio innocente come Turicchi mi aveva stranito, lo desideravo troppo xor
mai, ero disposta a prestarmi, a essere presente (più di questo, anche
con l'alienazione di Turicchi non sarsi riuscita a fare). Ho detto "basta,
ci rinuncio", e mi sono sentita bene, forte, integra. Non mi interessa
davvero più, Pietro si è messo a piangere dicendo che ha resistito tanto
a dirmelo, ma si sentiva lui in debito on me, che stava sicuro ino a
me perché sapeva che io ricercavo la verità, che appena mi ha visto a Pa-
rigi ha sentito che io ero la verità per lui e poi, quando mi ha riincon-
trato, non ha più potuto lasciarmi, che dentro di lui c'è un ragazzo buo-
no che merita di essere premiato e io mi sono rivolta sempre al ragazzo,
cosi gli è piaciuto quando ero dura con lui perchè un suo bisogno era an-
che di spingermi a perdermi e io lottavo per non cedere e alla fine sape-
va di potersi fidare di me. Adesso non ha che me, dice, con cui essere
se stesso, e veramente sento che si aggrappa a me, piange sul mio viso,
sulla mia spalla, sil mio petto, si scuote nei singhiozzi e si tiene a
me. Stanotte ha fatto un sogno: c'era tanta gente importante, collezioni-
sti, galleristi, senatori, notabili siciliani, e lui non ricordava il mio
nome, gli veniva "Tina", capiva che non era quello. Mi vedeva come una
persona conosciuta da sempre e contemporaneamente appena conosciuta.
Prima pensavo che un artista debba avere molte occasioni di incontro au-
tentico, adesso capisco che è quasi impossibile, ha troppo mito addosso,
già l'avvicinamento è sbagliato, rimane solo. Ricordo che Luciano mi di-
ceva agli inizi che le sue opere servivano per comunicare con gli alteri,
che lui avrebbe parlato con gli altri tramite le sue opere e con quel pre-
testo. Adesso ho letto una sua intervista dove afferma che no, ad si sen-
te prigioniero delle sue parole se lo fa, Io non ho niente, ma ho Ritva
@ Pietro con cui ho raggiunto il massimo e questo è già la sensazione di
un universo completo conquistato; poi ho tanti rapporti che posso ripren-
dere dal passato o sviluppare dal presente. pensavo che ara una difficol-
tà mia quella di doverni impegnare con gli altri in un modo che escludes-
se quasi tutto il resto, invece mi rendo conto che è una strada e che chi
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