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le cui condizioni siano più vicine alle mie: con Giulio e Anna è stato de-
lizioso a Gargonza proprio perchè le affinità personali erano rafforzate
dalle affinità dei fatti. Ritva ormai mi fa pensare a Elvira, Carla ...
Ti costringerebbe a dire tutto e ti mortificherebbe proprio nell'atto di
ospitarla perchè senti che se ne frega di te, manco ti vede, non ti farà
un piacere neanche per ombra, diamine! Adesso apro gli occhi e la guardo:
è come uscire da un sogno: ho di fronte a me un'altra PERKUA oppure la
stessa, ma non so proprio chi è: in parte è un'amica, in parte un'estranea
con cui non riesco a spiegarni nelle complicazioni derivate dalla conviven-
za. In tutti questi giooni sono stata stanca, stasera ho un'ombra di mal di
testa, però il colpo è passato. Domani le diro chiaramente che non posso
sentirni responsabile in niente per lei, e che ho bisogno di star sola.
Esempio di conversazione con Ritvax. IO"mi sono coinvolta troppo con i tuoi
problemi, parlandone continuamente mi ci sono impigliata". Ritva "va bene,
credevo ti facesse piacere". Io "mi faceva piacere, poi mi sono accorta
che non riuscivo più a pensare a me". Ritva "se non ti fa più piacere non
c'è problema, smettiamo".
10 giug. Mi telefonano, prima uno, poi l'altro, due colleghi critici. Mi
meraviglio, però rispondo. Entrambi mi chiedono collaborazioni a domande
messe in piedi uda loro. Di uno sento pochissimo la voce, l'altro mi ha
mandato qualcosa in inglese, non sono sicura di aver capito. Via via che
la telefonata procede si irritano, mi trovano sgarbata e impreparata, sup-
pongo, finiscono per perdere il controllo, mi dicono villanie, insinuazio-
ni, cosa prima mai successa. Con uno parlo di una mia descrizione di tra-
monto. Più tardi siamo con altri, che anche Luciano, si caminiamo in
Via Masaccio dove abitavo da bambina, ma nel pezzo dopo via degli Artisti.
C'è una pianta di arance; piove, i prati dietro le case sono lucidi e ver-
di, Luciano scherza su quell'arancio che trova misero. Io ho qualcosa a
che vedere con quell'arancio, ma non so bene e non me ne importa. Gerco di
confidarmi con Luciano a proposito dei critici per scherzarci assieme e to-
gliermi la sensazione di aver fallito coi colleghi, di essere stata frain-
tesa.
Forse ho trovato la casa, forse non è possibile e devo lasciar-
la.
Conversazione con Ritva al telefono: le dico che porto via dei libri suoi e
che dopo da me non ce ne saranno più. Risponde che 11 procurerà lei. Le
suggerisco da Jacqueline. E' d'accordo. Osservo che però sono pesanti. Le
suggerisco che chieda a Jacqueline di farglieli avere attraverso il fatto-
rino. Non smetterò mai di consigliarla se lei non smetterà di sottoporni
i suoi problemi. La lettera ai gruppi, che ha suscitato tanto scalpore,
era viziata da questo mio desiderio: togliere Ritva dagli impigci. Non ri-
solveva un problema mio, risolveva un problema di Ritva, tanto io continuo
a lavorare per Rivolta, fa parte della mia vita senza altri impegni. Però
è stata Ritva a suggerire norme vincolanti come l'acquisto di S cinque li-
bri.
Arrivata a Siena, anzi alla super-strada Firenze Siena, a San Donato, già
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