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Taci, anzi parla, Oggetto 471

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

Details

  • Title: Taci, anzi parla, Oggetto 471
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: [1977 - 1978 ca.]
  • Transcript:
    -824- gli stadi del distacco e della disperazione aggrappata a un miraggio di libertà, questo miraggio si dissolve e mi sveglio (dal sogno? della vera vita?), mi guardo attorno e ricomincio. Potessi impedire al miraggio di presentarsi, potessi impedirgli di dissolversi. Stanotte sentivo un peso fisico, un'impossibilità fisica a continuare la vita "per" Tita. Dicevo a Pietro "Cosa posso fare per vivere io, lo devo uccidere?". 4. sett. E' una sensazione magnifica avere iscritto Tita a scuola, avere eseguito un suo desiderio, avere fatto qualcosa di sicuramente buono e utile. Ma io? Se abbandono il binario, chi sono io. Marisa mi fa uscire dai gangheri: se c'è una adoratrice e sostenitrice de gli uomini di valore è lei: una cortigiana, per dio, un essere su misura per loro. Dice "Ma perchè te la prendi tanto". D'accordo, d'accordo. So tutto. Me la prendo perchè continua a mostrarsi in guardia verso di me, a riempire i auoi discorsi di "S#...pero", e poi a tallonarmi. Che mi tal lona lo deduco da questo che, come al solito -come al tempo della scelta degli artisti fatta sulle mie scelte ma presentata come sua iniziativa "Sai chi mi interessa molto, adesso?* Il tale", che io avevo presentato l'anno prima e via di sguito- mi annuncia di straforo "Sai che ho ricomin ciato a scrivere il diario da due anni?". Senza fare minimamente cenno al fatto che solo qualche mese fa polemizzava con me dicendo peste e cor- na degli atteggiamenti autobiografici, autoanalitici, cioè della strada che avevo preso chiaramente nel ferminismo, e prima ancora con Autoritrat to, e cioè da sempre. A questo si aggiunga il fatto che Carla lo aveva parlato molto bene di "Autocoscienza" di Alice, e cosi potevo vedere due pei amiche che, chi in un modo chi nell'altro, ostentando indignazione per la mia azione "plagiatrice, per la mia Maria di superiorità non solo fini- vano per appropriarsi delle mie indicazioni, ma mostravano il fine di que sta appropriazione che è appunto un fine sociale. Così mi è chiaro che quelle che si lamentano di essere suggestionate da me dovrebbero invece accusare la propria ingordigia di approvazione e di aggiornamento cultu- rale. E io sono un tipo ben comodo a questa operazione in quanto sfuggo ogni occasione in cui caratterizzarmi coi miei contenuti. Questo potrebbe sembrare masochismo, e io stessa ho nutrito dubbi del genere sulla mia impossibilità a mettermi pubblicamente all'origine di alcuni fatti, se non attraverso i fatti stessi, ma questo non significa niente in quanto non sono riconosciuti in via positiva, cosciente (in via negativa, incon- scia, si, in quanto danno luogo a fatti analoghi, ma inautentici). Mi hai tiranneggiato col tuo desiderio di fare di me una tiranna. 5 sett. Cara Julia, io credo che il gramma tra noi donne sta in questo: che una parte di noi tenta di funzionare come quella "piccola verità che tu dici, mentre la maggioranaa, per ora, adopera gli elementi di quella piccola verità, scoperta, vissuta, balbettata, sminuzzata dalle altre, e se ne fa strumento per paludarsi nel mondo maschile della Verità. In que- sto passaggio si opera un tradimento sostanziale che vanifica la piacola verità e percio l'esistenza di quelle di noi che si identificano in essa. E vanifica l'azione femminile, poichè l'uomo è portato a riconoscere la
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  • Notes: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.

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