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Taci, anzi parla, Oggetto 576

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

Details

  • Title: Taci, anzi parla, Oggetto 576
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: [1977 - 1978 ca.]
  • Transcript:
    -471- Una sorella (chi?) con la testa appoggiata sulla mia nuca in una specie di intreccio (simile a quello di una coppia in un quadro di Munch) mi vomita sul collo, &ux Avverto l'impressione di bagnato. Le chiedo "Sorella mia, che fai?". Poi mi sembra che anche Pietro ci vomiti. Una festa di femministe in casa di Jacqueline, c'è anche Carla: la contrad- dico, ma spiegandogliene la ragione, lei mi guarda con compatimento misto a disprezzo. Ritva vuole incidere di più che attraverso i libretti di Rivolta, mi chiedo se ci riuscirà. Anch'io avrei voluto, adesso mi pare impossibile e quindi sono in pace. Bisogna vedere cosa mi succederebbe se l'ipotesi di Ritva si realizzasse. Leggo Lacan: a momenti mi sembra una smentita completa a volte mi dà confer- me tangibili che sono nel cammino giusto. Per esempio, come parla della ve- rità "parente della morte", quando afferma che"success" e "felicità" sono antitetici alla psicanalisi, oppure quando vede in Freud "la preoccupazione propriamente cristiana dell'autenticità del movimento dell'anima", ecc. An- che solo una lettura mi porta attrave le montagne russe di sensazioni op- poste. Pietro ha vuotato il sacco: mi addebita la repressione della sua aggressi- vità e conseguente stato mentale di abbattimento. Però via via che parlava si accorgeva di avere solo accettato una realtà meno gratificante di quel- la da giovane: gli altri ti trascurano, si parla sempre dei giovani, io stessa facevo questo con lui, ma perchè "ero" giovane- però lo avevo aiuta- to a tenere viva l'autenticità nei momenti difficili quando, abituato alla notorietà, ti arrampicheresti sugli specchi. Ho sempre parteggiato per il suo lato autentico, non è colpa mia se le prove a volte sono dure. "Certo, non puoi abbandonare l'aggressività se non abbandoni il mito delle imprese che l'aggressività ti assicura" gli ho detto, Dupo, a letto, si è conclusa la tensione dei discorsi in un'improvvisa pace e gli è venuta voglia di gio- care era come un bambino sognante che strusciava 11 viso su di me, mi ba- ciava mentre io leggevo e, seppure mezzo sorridendo, non potevo dargli più di cosi. Cito da Lacan. Freud dica che tre promesse non si possono mantenere: educa- re, governare, psicanalizzars. Una frase "L'inconscio è meno profondo che inaccessibile all'approfondimento cosciente" mi dà un po' la chiave del mio fastidio della profondità. Cara "arla, ti aspettavo sull'autenticità del tuo lavoro. Avevo preso per autocoscienza la maniera con cui dicevi che gli uomini fanno sempre le cose in grande e tu volevi mostrare che sono piccole cose se ci si toglie la ma- nia di grandezza, eternità, ecc. Quando dicevi che facevi dei gesti non corrotti e ci meditavi sopra la sera. Per difendere l'autenticità del tuo lavoro ho finito per rompere con Marilisa che trovava le tue cose dei piatti riscaldati con la bravura di chi sa come va il mondo. Adesso cade l'episo- dio delle lenzuola. La cosa brutta? Non l'hai capita? Non te la dirò. Pero, se è vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio, la tua creati-
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  • Notes: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.

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