mi prende una mano e gira l'angolo: invece di dirigerci verso Anna faccia
mo un détour per stare un po' più insieme noi due in una nuova intimità.
Sento che Giulio mi ama, ne sono sorpresa perchè sembra rivelare un sen-
timento di lunga data sempre tenuto nascosto. Mentre camminiamo repenti-
namente mi si butta fra le braccia con la testa appoggiata sul seno in
un gesto molto infantile e chiama "mamma!". Resto interdetta finchè sco-
pro il perchè di questo gesto: senza che io me ne accorgessi Anna è ad-
parsa accanto a noi che ci tenevamo per mano, e Giulio non ha resistito
all'imbarazzo. Mi sento in colpa verso Anna che però è molto dignitosa
-Vestita di nero, con aria chic- e non dà troppo peso all'accaduto. Giu-
lio è come sulla luna: parla e agisce in modo ispirato e sconclusionnato.
Ho un enorme tenerezza per lui. A un certo momento siamo in casa e che
un neonato: o è Giulio che si è trasformato cosi o en un nostro figlio,
o tutt'e duex le cose. Guardo Anna e, a meno che finga e si controlli,
non si mostra particolarmente afflitta. Ora vedo un'immagine come proiet-
tata al di fuori di me: il neonato che afferra il mio capezzolo con vo-
luttà. Mi sembra la chiave di tutto. Poi sono in un'altra casa, e ho la
sensazione che mi sia capitato qualcosa di analogo, un altro neonato. Mi
stupisco della mia capacità di fare un figlio al giorno e senza nessuna
difficoltà: il neonato è li, questa meraviglia, come la cosa più natura-
le del mondo.
Eclhrt "Inoltre ci si domanda, vedendo uomini fare grandi cose -se non
avranno, per questo fatto, qualche impedimento a compiere la più impor-
tante di tutte (la salvezza" (Jung "Tipi psicologici", pag. 232).
Eckhart 11 ...raramente si sente parlare di gente che, arrivata lontano,
non si era prima smarrita" (Jung op. cit., pag. 234).
Eckhart "Per chi è nella disposizione di spirito richiesta, tutti i luo-
ghi e tutte le società convengono; per chi non l'ha, invece, non convie-
ne alcun luogo ed alcuna società. Il primo, in effetti, ha Dio in se
(Jung op. cit. pag. 235).
23 mar. Anna P. al telefono ha una voce di persona che non spreca il suo
tempo, mi dice infatto di aver battuto a macchina tutto il suo diario e
che è venuto molto voluminoso. Naturalmente il mio inconscio ha accusato
il colpo, si è impadronita di me una specie di scontentezza, ho visto le
mie giornate senza capo nè coda e soprattutto mi sono resa conto di non
avere ancora battuto a macchina un rigo che è un rigo dei miei scritti. Cg
me sempre sono dispersiva, non riesco a programmare, gli altri mi assorbo-
no troppo, se qualcuna mi cerca non riesco a dire di no. Poi soprattutto 3
la sola tra Roma, Turicchi e Milano mi crea ulteriori ostacoli a una vi-
sione continuativa del mio tempo, sapendo di dover interrompere non in-
traprendo nessun lavoro, non trovo il ritmo e sono continuamente alle pre-
se con problemi di adattamento e di separazione, problemi organizzativi,
ma soprattutto problemi
psicologici che mi disturbano. A Roma non sto
volentieri, mi sento sempre provvisoria, appollaiata in questa casa mi-
nima senza spazio, nè luce, nè privacy, ma qui ho il Tita e dunque una
funzione essenziale, un a piombo che mi manca altrove. In campagna dipendo
da Pietro che ha sempre lo spazio di un fine settimana da passarci e non
di più. Di stare li sola, d'inverno specialmente, non se ne parla neppure
A Milano vengo assorbita taxaxolisi dalle amiche, dai problemi di R.F.