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Taci, anzi parla, Oggetto 87

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italy

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Title: Taci, anzi parla, Oggetto 87
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: [1977 - 1978 ca.]
  • Transcript:
    -164- savo la mia crisi, in realtà era che accettavo quel modo senza criticarlo Per me non c'era niente da migliorare o da far venir fuori: la slegatezza sintattica, i periodi messi uno accanto all'altro con piccoli sostegni e collegamenti e richiami di fatti avvenuti non poteva diventare, senza snaturarsi, più perentorio o più lucido. Rispetto a Ritva la nebbia in cui mi trovavo era cosi appiccicosamente culturale. Quanti tentativi per far quadrare me stessa, quante spiegazio- ni, quanti occultamenti di cadavere. Adesso mi viene da ridere, proprio la parola cadavere mi fa ridere, come dire "cadavere in cantina". Avevo un cadavere in cantina e vivevo al piano di sopra spesso con la paura che si sentisse uno strano odore salire nelle stanze Non scendevo in cantina non mi sbarazzavo di lui A volte credevo di aver sognato quel cadavere A volte credevo di aver sognato le mie stanze Erano due cose così diverse tra loro -come potevano tuttle due avere a che fare con me? Adesso abito dentro una tenda dentro un battello sull'acqua posso dormare sulla nuda terra tutto può diventare la mia culla Non ho più bisogno di mura solide la cantina l'ho trovata vuota Posso guardare nell'acqua anche di notte e vedere in trasparenza un grosso pesce che vigila vicino al mio battello Di nuovo sento che tutto si equivale. Quando trovo questo è il momento di maggiore pace. Scorrendo il libro di Ritva: trovo etre ål 14 giugno avevo detto di sentorm in colpa verso mia sorella, questo aveva spinto Ritva più a fondo del rap. porto con sua madre. t'avevo'dimenticato: eravamo attorno al tavolo nel sa. lone delle riunioni e sono scoppiata a piangere. E' stata la prima volta in presenza delle altre: qualcosa si faceva largo dentro di me, ma ero ancora convinta che il mio dovere fosse di continuare a essere forte per avere la/fiducia.dette atror Mi sento molto felice, serena, e senza quell'esaltazione che avevo avuto dopo l'influenza. Probabile che, essendo stata abbastanza sola, avevo ac- cumulato emozioni xhux inespresse che cominciavano a accendersi l'una con l'altra e a darmi quel senso di trasporto dentro. Adesso sono calma, non desidero niente, ho un po' di sonno, mi sono tolta di dosso dei pesi ri- masti dal passato, ho scritto due poesie che mi hanno sorpreso. C'è
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  • Notes: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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