L'affresco è riferibile all’ambiente dei Baschenis, una famiglia di pittori vaganti originari di Averaria, nel bergamasco, molto attivi in Val di Non e in Val Rendena tra XV e XVI secolo. Il murale, in origine collocato sulla facciata di una casa di Mori (vicino a Rovereto) demolita all’inizio del Novecento, fu tratto in salvo dal primo direttore del museo, don Vincenzo Casagrande, che ne dispose lo strappo agli inizi del Novecento.
Come indica l’iscrizione che compare sul margine inferiore, il dipinto fu commissionato dai figli di “Maestro Ognibene calzolaio”, attività alla quale allude la presenza delle forbici. L’angelo che porge al Bambino un cartiglio con le prime lettere dell’alfabeto è un chiaro riferimento ai Vangeli apocrifi che attribuivano agli angeli il ruolo di primi alfabetizzatori di Gesù.
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