Ivrea città industriale del XX secolo

La città di Adriano Olivetti sito UNESCO

Complesso di costruzioni Olivetti lungo Via Jervis a Ivrea (2010) di Francesco MattuzziFondazione Adriano Olivetti

Le storie dei luoghi sono spesso storie di cambiamenti sorprendenti, evoluzioni e rivoluzioni. E' il caso di "Ivrea, città industriale del XX secolo", iscritta nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO il 1 luglio del 2018. A Ivrea, un pezzo di storia in bianco e nero dell'Italia del Novecento, si alterna ai colori e alle trasformazioni del presente.

Adriano Olivetti davanti agli stabilimento Olivetti di Ivrea.Fondazione Adriano Olivetti

Tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta del Novecento, Adriano Olivetti trasforma la città di macchine per scrivere in un laboratorio a cielo aperto di sperimentazione imprenditoriale e sociale.

Mappa della città industriale di IvreaFondazione Adriano Olivetti

Intorno alla fabbrica, ruota la Comunità di Adriano Olivetti, un progetto unico di riforma sociale capace di tenere insieme sviluppo, equità e giustizia. Stabilimenti produttivi, abitazioni e servizi sociali costituiscono il cuore del sito UNESCO che conta ben diciotto edifici.

La storica fabbrica in mattoni rossi in Via Jervis a Ivrea. Prima sede della "Ing. C. Olivetti & C. - Prima fabbrica nazionale macchine per scrivere". (1908) di Camillo OlivettiFondazione Adriano Olivetti

I primi del Novecento.

La produzione di macchine per scrivere viene avviata da Camillo Olivetti negli spazi della fabbrica di "Mattoni Rossi" nel 1908. Realizzato a fine Ottocento, l'edificio viene disegnato dallo stesso Camillo nello stile delle officine industriali di inizio secolo, orientato al paradigma del luogo di lavoro chiuso.

La fabbrica di "Mattoni Rossi"Fonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

Gruppo maestranze Olivetti. (1918)Fondazione Adriano Olivetti

Nel 1924 i dipendenti sono 400 e producono circa 4.000 macchine l'anno; nel 1926 la produzione arriva a 8.000 macchine con 500 dipendenti; nel 1929 le macchine per scrivere prodotte sono 13.000.

Casa per operai di Borgo OlivettiFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

Parallelamente alla rapida espansione della fabbrica, Camillo avvia una serie di politiche a sostegno dei dipendenti realizzando all'inizio degli anni Venti un primo nucleo di case per operai: il Borgo Olivetti.

Casa per operai di Borgo OlivettiFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

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Oggi gli spazi della "Mattoni Rossi" sono vuoti. Insieme ai tre successivi ampliamenti delle Officine ICO (Ing. Camillo Olivetti) sono oggetto di uno studio di rifunzionalizzazione da parte del gruppo ICONA.

Corso JervisFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

La direzione di Adriano Olivetti

La spinta propulsiva e innovativa allo sviluppo della fabbrica arriva con la direzione di Adriano all’inizio degli anni Trenta. Il giovane Olivetti ne diviene Presidente nel '38 e, poco più che trentenne, coinvolge architetti suoi coetanei per realizzare, intorno allo sviluppo della fabbrica, il sogno di un paesaggio visionario in cui modernizzazione industriale si affianca a un’innovativa riorganizzazione degli spazi. Ivrea diventa il punto d’incontro di una generazione di architetti che rivoluziona il profilo della città, lasciando testimonianza di alcune tra le più importanti realizzazioni del modernismo e del razionalismo italiano.

Terzo ampliamento, Officine ICOFondazione Adriano Olivetti

Gli ampliamenti delle officine vengono realizzati a più riprese tra il 1934 e il 1958 da Luigi Figini e Gino Pollini. La Olivetti cresce rapidamente e si trasforma nella "fabbrica di vetro": un fronte armonico di esattezza geometrica, lineare nella sua funzionalità che rappresenta un segno di discontinuità urbanistica rispetto alla precedente idea di civiltà industriale.

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La "fabbrica di vetro" risponde ai criteri di trasparenza e di luminosità: ciò che accadeva fuori poteva essere visto da dentro e viceversa, dando dunque prova tangibile di come armonizzare i luoghi di produzione nella comunità del Canavese.

Veduta Officine ICO e della Chiesa di San Bernardino.Fonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

La prossimità tra i luoghi della produzione, la chiesa di San Bernardino e il convento - dove Camillo Olivetti aveva trasferito la famiglia nel 1907 - rappresenta uno dei tratti più distintivi della città industriale. La chiesa, ancora proprietà della famiglia Olivetti, si trova nel perimetro del sito UNESCO pur non essendo tra gli edifici iscritti. All’interno sono visibili gli affreschi cinquecenteschi di Gian Martino Spanzotti.

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"E così noi comunitari andiamo insieme cercando gli alimenti spirituali che è doveroso fornire agli uomini al fine di
esaltare il loro spirito e di scoprire la nobiltà del loro cuore, poiché la tristezza dell’uomo è più profonda finché egli non ha
rivelato a se stesso la sua vera coscienza interiore: quella che si trova racchiusa, ben serrata, nel fondo dell’anima".

Adriano Olivetti

Veduta aerea di IvreaFondazione Adriano Olivetti

La nuova Ivrea

Un contributo fondamentale allo sviluppo della città industriale viene dato dagli studi e dal progetto per il piano regolatore promosso nel 1938. Il Comune di Ivrea lo affida a Luigi Figini, Egisippo Devoti e Luigi Piccinato. Il piano definisce il nuovo profilo della città: accoglie i progetti in corso per l'ampliamento della fabbrica e definisce nuove zone per la residenza operaia. Gli studi per il piano regolatore, che verrà riformulato e attuato solo successivamente, confluiranno tuttavia negli "Studi e proposte per il piano regolatore della Valle d'Aosta".

Piano di un quartire nuovo a IvreaFondazione Adriano Olivetti

"Il piano che qui presentiamo fu redatto dagli architetti Luigi Figini e Gino Pollini nel 1934 allo scopo di dare ordine ai problemi di vita sociale di uno stabilimento industriale che in quel tempo era limitato a un migliaio di dipendenti.
In tali condizioni il piano, pur risentendo di concetti architettonici intensi a conseguire, in tema di abitazioni, la massima economia rappresenta un tentativo molto interessante di realizzare alcune condizioni che brevemente elenchiamo:
a) Funzionalità intesa come inquadramento compleassivo della vita sociale dell'operaio rispetto alla sorgente di vita e al cordinamento con l'attività educativa, ricreativa, politica
b) Armonia Architettonica - Il piano prevedeva una composizione estetica con il paesaggio e un'armonia fra i volumi di ogni singola costruzione"

Copertina del Piano Regolatore della Valle d'AostaFondazione Adriano Olivetti

Centro di formazione meccaniciFondazione Adriano Olivetti

La fabbrica di bene

E' a partire dal secondo dopoguerra che Adriano, rientrato dall'esilio, torna a Ivrea deciso ad occuparsi della fabbrica e a costruire attorno ad essa l'esperimento pilota di un nuovo ordine sociale. In quegli anni, la Olivetti amplia i programmi culturali e di welfare con iniziative incredibilmente d’avanguardia. Il lavoro alla catena di montaggio si trasforma da motore di infelicità a strumento di riscatto.

collage di copertineFondazione Adriano Olivetti

"Abbiamo portato in tutti i villaggi di campagna, in tutti i paesi della montagna, per la prima volta, quelle che io chiamo le nostre armi segrete: i libri, i corsi culturali, le opere dell’ingegno e dell’arte". Adriano Olivetti

Asilo nido di Borgo OlivettiFondazione Adriano Olivetti

Veduta interna dell'asilo nido di Borgo Olivetti a IvreaFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

Asilo nido di Borgo Olivetti.Fondazione Adriano Olivetti

"La civiltà di un popolo si riconosce dal numero, dall’importanza, dall’adeguatezza delle strutture sociali, dalla misura in cui è esaltato e protetto tutto ciò che serve alla cultura, e, in una parola, all’elevamento spirituale e materiale dei nostri figli: ma questo apparato sociale è ancora il privilegio di pochi". Adriano Olivetti

estratto da Incontro con la Olivetti di Giorgio FerroniFondazione Adriano Olivetti

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L'edificio dei servizi sociali, realizzato nella seconda metà degli anni Cinquanta, prende le distanze dallo stile razionalista delle offcine antistanti che gli stessi architetti avevano concepito negli anni precedenti. Diviso in due edifici, l’uno era sede della biblioteca e dei servizi sociali, l’altro dell’infermeria.
In una delle parti oggi inutilizzate, troviamo ancora gli arredi originali.

Mensa aziendale OlivettiFondazione Adriano Olivetti

La mensa aziendale si trova nella parte retrostante del complesso delle officine ed è uno degli esempi migliori del dialogo tra architettura e paesaggio.
La struttura esagonale dell'edificio, progettato da Ignazio Gardella, ospitava diverse funzioni: dallo spazio mensa a quello per la lettura, per gli incontri culturali e per il riposo.

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Parte integrante della struttura sono gli spazi esterni e il verde che dialogano con gli interni attraverso grandi vetrate.

Casa popolare di Borgo OlivettiFondazione Adriano Olivetti

Le case Olivetti

Casa per famiglie numeroseFondazione Adriano Olivetti

Casa unifamiliare per dirigenti OlivettiFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

Il condominio BellotFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

Villa CapellaroFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

Villa RossiFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

Edificio diciotto alloggiFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

Casa quattro alloggiFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

Manifesto istituzionale OlivettiFondazione Adriano Olivetti

I linguaggi dell'innovazione

Gli anni Cinquanta rappresentano un momento di grande rinnovamento e sperimentazione per la Olivetti, a livello nazionale e internazionale. Vengono realizzati i primi showroom e stabilimenti all'estero, l'investimento sull'elettronica, che porterà al primo personal computer, si rivela un grande successo e Ivrea continua la sua espansione.

Centro Studi ed Esperienze OlivettiFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

L'uso innovativo del colore viene introdotto nella città industriale dall'architetto Eduardo Vittoria che realizza due edifici iconici: il Centro Studi ed Esperienze e la Centrale Termica.

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Il Centro Studi ed Esperienze, al momento inutilizzato, sarà oggetto di lavori di riqualificazione e nel corso del 2019 diventerà la nuova sede del quartier generale della Olivetti a Ivrea.

Centrale termicaFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

L' Officina HFondazione Adriano Olivetti

Anche la copertura delle Officine H viene affidata a Eduardo Vittoria. In questo progetto l'architetto napoletano unisce funzionalità e bellezza: il tetto si compone di venti lucernai di forma quadrata a garantire agli operai la possibilità di lavorare con luce naturale e il ricambio d'aria.

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L'officina H oggi è utilizzata come spazio per eventi e spettacoli. All'interno è conservata "Boogie-woogie", pittura murale di Renato Guttuso, realizzata nel 1945 per lo show-room Olivetti di Roma.

Interno di Palazzo Uffici OlivettiFondazione Adriano Olivetti

La città industriale dopo Adriano

Lo sviluppo della città industriale continua anche dopo il 1960, anno della prematura morte di Adriano Olivetti. Gli edifici realizzati tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta testimoniano le grandi trasformazioni del profilo dell’azienda.

Interno Palazzo Uffici Olivetti a Ivrea.Fondazione Adriano Olivetti

Gli studi di Palazzo Uffici iniziano già negli anni Cinquanta ma viene realizzato successivamente. L'edificio viene progettato per rispondere alle esigenze dell'azienda di prevedere spazi per le funzioni amministrative, direttive e di rappresentanza. Il corpo centrale, da cui partono tre bracci, ospita uno scalone monumentale con copertura in vetro di Murano.

Unità Residenziale OvestFondazione Adriano Olivetti

L'Unità Residenziale Ovest, meglio conosciuta come Talponia viene pensata come residenza per offrire ospitalità ai collaboratori della Olivetti in arrivo da ogni parte del mondo per per brevi periodi.
Lo spettacolare edificio viene ricavato dalla collina e gli arredi dei suoi alloggi vengono disegnati dagli stessi architetti.

Interno Unità Residenziale OvestFondazione Adriano Olivetti

Vista aerea di Palazzo Uffici e Nuovo Palazzo UfficiFonte originale: Immagine tratta dal Dossier di Candidatura di "Ivrea Città Industriale del XX secolo" nella World Heritage List UNESCO

Con il Nuovo Palazzo Uffici Olivetti si conclude, alla fine degli anni Ottanta, la costruzione della città industriale. Con questo edificio, l'azienda conferma Ivrea come baricentro delle attività direzionali in una fase di forte crescita produttiva e di sviluppo della propria presenza internazionale.

Adriano OlivettiFondazione Adriano Olivetti

Un legame ormai lungo più di un secolo lega il nome Olivetti a Ivrea e al Canavese. Adriano è morto più di cinquanta anni fa e mai come ora il suo nome e la sua storia vengono evocati come un modello per affrontare la crisi dei nostri tempi e, più in generale, per un nuovo modo di guardare alla relazione tra mondo produttivo, società civile e cultura. Un patrimonio di esperienze e valori impresso nella città industriale di Ivrea e oggi finalmente patrimonio dell'umanità.

Estratto della 42esima sessione del Comitato per il patrimonio mondiale UNESCOFondazione Adriano Olivetti

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Il progetto di candidatura a sito UNESCO è stato promosso, sin dal 2008, dalla Fondazione Adriano Olivetti, dal Comune di Ivrea e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Negli anni, si sono uniti altri partner istituzionali, pubblici e privati.

La Fondazione ha sede a Roma e a Ivrea, presso lo studio museo di Adriano Olivetti a Villa Belli Boschi, sua ultima casa sulla collina al limitare degli stabilimenti Olivetti.

Riconoscimenti: storia

A cura di
Matilde Trevisani

La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione di:

Archivio Nazionale Cinema d'Impresa
Associazione Archivio Storico Olivetti
Cabina di regia di "Ivrea città industriale del XX secolo"
Comune di Ivrea
Fondazione Guelpa
Fondazione Natale Capellaro
ICONA
Museo Laboratorio Tecnologic@mente
Società Grand Rascard
Telecom Italia Spa
UNESCO

Per approfondire:
Dossier di candidatura a sito UNESCO di "Ivrea, città industriale del XX secolo", 2016.
Ivrea. Guida città di Adriano Olivetti, Marco Peroni, Edizione di Comunità, Roma/Ivrea, 2016.
Studi e proposte preliminari per il Piano regolatore della Valle d'Aosta, Edizioni di Comunità, Torino, 2001.
Costruire la città dell'uomo. Adriano olivetti e l'urbanistica, Carlo Olmo, Edizioni di comunità, Torino, 2001.

Ringraziamenti: tutti i partner multimediali
In alcuni casi, la storia potrebbe essere stata realizzata da una terza parte indipendente; pertanto, potrebbe non sempre rappresentare la politica delle istituzioni (elencate di seguito) che hanno fornito i contenuti.
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