Un ricordo del tutto personale che riaffiora e che l’artista decide di rendere pubblico.
Un lavoro insolito per Lucamaleonte che indaga il suo passato. Un passato che coincide con quello dell’edificio che lo ospita. Proprio nel confine tra la dimensione pubblica e quella privata si sviluppa il suo intervento artistico.
Lo spazio dell’ex caserma è uno spazio che conosce bene, un luogo della sua memoria: il nonno infatti per molti anni ne è stato il direttore. Per questo motivo l’artista romano ha deciso di rievocare il momento dell’insediamento e del saluto di suo nonno attraverso il discorso di benvenuto e di addio interpretati da suo padre.
La fotografia che domina la sala del discorso, ci riporta a quel giorno e ci dona la stessa visuale del nonno dal palco, con i colleghi e inferiori di rango in platea. Nella stanza accanto un trittico rivela la figura del nonno in abiti da generale ma con il volto nascosto dall’esaedro, segno di riconoscimento dell’artista. La sua figura affiora progressivamente dal muro. Mentre la prima è appena abbozzata, come uno spettro, l’ultima diventa perfettamente definita. Questo riaffiorare dai muri della caserma della figura di suo nonno rappresenta il tempo trascorso, rappresenta il ricordo di suo nonno e la memoria personale che lo lega a questi luoghi.
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