La provenienza del manoscritto autografo della Messa da Requiem di Verdi, rilegato in due volumi, non è così chiara come per altre composizioni del Maestro. Uno dei termini del contratto tra Verdi e Ricordi era che l’autografo, dopo la pubblicazione, fosse restituito al compositore.
In una lettera datata 25 marzo 1874, Verdi scriveva a Tito Ricordi: “Mi riservo l’originale della partitura”. Il
19 luglio 1874, dopo il ritorno del Maestro dalle esecuzioni parigine della Messa, Eugenio Tornaghi, un
impiegato dell’editore Ricordi, gli scrisse: “A mia tranquillità gradirei sapere se le sia pervenuta la cassetta
colla partitura della Messa”. In una ulteriore lettera del 3 gennaio 1875 Verdi annunciava: “Ho appena
ricevuto la Messa”.
La partitura rimase a lungo alla villa di S. Agata, residenza di Verdi: Ricordi infatti gliela chiese in prestito per
pochi giorni il 22 maggio 1881. Come scritto nella prima pagina del manoscritto nel dicembre 1897, Verdi
donò l’opera a Teresa Stolz, che era stata la prima interprete della composizione nella chiesa di S. Marco a
Milano. Dopo la sua morte il manoscritto venne acquistato dalla Banca Commerciale Italiana, intorno agli
anni 1918-19. L’ingresso nelle collezioni del Museo va fatto risalire agli anni 1924-26. Sull’inventario si
legge: “Dono della Banca Commerciale con il concorso degli Amici del Museo Teatrale”. È una delle poche
opere verdiane che non faccia parte dell’Archivio Storico di Casa Ricordi.
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