Fra i primi autori italiani a venire in contatto e a comprendere i maestri dell’astrattismo europeo, già negli anni venti, Reggiani per tutta la sua vita artistica seguì una linea di evoluzione coerente ed esatta. Partito da una visione che ha ancora nella figura la sua radice, riesce a tradurre la realtà in un complesso insieme di disegni e di colori che ne mostra con grande rigore lo scheletro vitale. Pittore ricco di felicità e quasi di gioia, le sue composizioni sono sempre equilibrate e dinamiche, poiché arriva a sintetizzare in modo estremamente accorto la plasticità della natura e l’armonia musicale delle relazioni tra le cose. In quest’opera, ad esempio, il ritmo delle sezioni dominate dal rosso e di quelle dominate invece dal colore blu dà luogo ad una creazione che respira attraverso il mutuo rapporto fra le diverse zone, inventando un paesaggio di tinte libero e formalmente ineccepibile.