Gino Marotta è il primo artista italiano a proporre una sinergia tra arte e design. Attivo a Roma sin dai primi anni sessanta, entra nel gruppo CRACK, nato in casa di Fabio Mauri, che si propone di opporsi all’arte figurativa, di cui è principale esponente Guttuso. Dal cenacolo del Caffè Rosati, alla prima mostra a Milano nel 1967, presentata da Emilio Villa, è grazie ai suoi contatti con Giò Ponti, Carlo Scarpa e Luigi Moretti che prende corpo l’idea di utilizzare il metacrilato come materia per le sue sculture. Lo sceglie per la sua natura di materiale altamente tecnologico, non soggetto a degenerazione, trasparente e quasi incorporeo. Attraverso di esso viene condotta la luce, naturale o artificiale. Uno dei leitmotiv nella sua attività è la contrapposizione tra naturale e artificiale, che si manifesta nel proporre elementi appartenenti al mondo della natura, realizzati con il metacrilato o perspex. Questo materiale ‘contemporaneo’ gli permette di dare forma ad un’immagine del mondo naturale, in questo caso una quercia, che, pur assumendo da un lato il valore di archetipo, è in ogni caso parte ideale di una serie. Testo di Michela de Riso