Angela Lina Riccardi (1889-1986), milanese, vive la parte finale della sua esistenza a Besozzo (Varese). Sposa l'architetto Emilio Lancia, tra i maggiori esponenti di "Novecento", collaboratore negli anni Trenta del XXI secolo di Gio Ponti. Molti sono gli edifici di prestigio che Lancia realizza in città, anche nel settore dell'edilizia alberghiera di lusso. A lui si deve anche il progetto del Teatro Nuovo. Le nipoti ricordano la benefattrice come "molto altera, garibaldina, dall'assoluta probità di vita, pronta per donare in beneficenza. Mentre entrambi i coniugi amavano molto gli animali, i fiori, i giardini". Nel testamento Angela Riccardi lascia all'Ospedale lo stabile milanese di largo Richini 14, una vecchia costruzione che in passato aveva ospitato un hotel, il "Siviglia", al momento della donazione in disuso e abusivamente occupata. Chiede che "gli Istituti Ospitalieri facciano eseguire in memoria dei coniugi Cav.r Dott.r Architetto Emilio Lancia e Lina Riccardi un quadro allegorico, invece del tradizionale ritratto". All'asilo Rosa Lancia di Arizzano (Verbania-Cusio-Ossola), dona un ritratto ad olio raffigurante i cognati Rosa Lancia e Domenico Giacobbe, come pure un ritratto in marmo di quest'ultimo. Beneficia anche la Casa di Riposo Ronzoni e l'asilo di Besozzo. Lega al Museo Poldi Pezzoli una piccola collezione di oggetti etnici in avorio appartenuti al marito; alcuni stacchi di mosaico e altri pregevoli oggetti d'arte vengono lasciati ad amici di famiglia. La commissione del ritratto allegorico viene affidata a Emilio Tadiin, che esegue un quadro in linea con il proprio stile onirico e i soggetti delle sue opere, personalizzandolo per l'Ospedale con la scritta "Pietas".