È stato come specchiarsi, osservandosi senza maschere o veli: riconoscersi per ciò che si è. C’è voluto del coraggio per guardare attraverso i propri occhi quelle che sono le ferite che si portano dietro. Gli impulsi regolano la mia vita. Cammino, parlo, rido, scrivo, disegno e corro, tutto grazie ad impulsi. Impulsi duri, che creano una corazza, uno strato scuro ed appuntito, che rendono difficile camminare, parlare, ridere, scrivere, disegnare e correre.
Senza quasi accorgermene, troppo concentrato sul costruire la mia difesa, perdo dei pezzi di me. Pezzi colorati che camminando, parlando, ridendo, scrivendo, disegnando e correndo mi ricordano che quella corazza posso levigarla, ammorbidirla, colorarla.