Il pensiero in limine tra il linguaggio interiore ed esteriore, il suo percorso di senso e riferimento come atto linguistico e realtà dialogica. Ancora prima del paradigma narrativistico, l'indagine scavalca le antinomie dialettiche, definendo l'identità del pensiero puro istinto dell'io vertice personalis. La parola, non ancora enunciata, presenta un'identità propria che viene modificata dinamicamente durante il processo di enunciazione rispetto alle condizioni esogene dell'individuo. Una radiografia dello "speech act", ovvero il pensiero verbale vergine che in maniera sincrona diviene segno, significante e significato. L'autoritratto del proprio sentire emozionale: un flusso di coscienza che intreccia ricordi, riflessioni e realtà prive della regolamentazione della forma pubblica incontrando il linguaggio privato che solo il proprio io è in grado di decodificare. La dicotomia temporale tra il parlare interiore e quello reale risulta lampante, la velocità, la leggerezza e la molteplicità del pensiero si comprimono e si perdono quando questo diventa verbo.