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Apparato iconografico, Oggetto 611

Carla Lonzi20 aprile 1956 - 19 settembre 1956

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italia

Ricca collezione di fotografie di scene teatrali e costumi di artisti quali, tra gli altri, Annigoni, Appia, Bacci, Benois, Cagli, Carena, Cascella, Casorati, Cecchi, Chini, Clerici, Colasanti, Coltellacci, Conti, Cristini, Di Collalto, Damiani, Frigerio, Furgia, Guttuso, Maccari, Michetti, Paulucci, Prampolini, Polidori, Quaroni, Rossi, Savinio, Scialoja, Sciltian, Sensani, Severini, Sironi, Tamburi, Usellini, Vagnetti, Vellani Marchi e provenienti da studi fotografici quali Giacomelli, Luiz Mendes, Talani, Barzacchi. Non mancano i bozzetti teatrali; presente, peraltro, biglietto di risposta di Erio Piccagliani, fotografo del Teatro alla Scala, relativo alla richiesta di documentazione iconografica da inserire a corredo esplicativo della tesi ed elenco di fotografie e di bozzetti richiesti al Teatro dell'opera di Roma. Conservata busta relativa a terzi (M.A. Gemelli).

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  • Titolo: Apparato iconografico, Oggetto 611
  • Creatore: Lonzi Carla
  • Data di creazione: 20 aprile 1956 - 19 settembre 1956
  • Trascrizione:
    TO ITARAUA-AINOD TVOROSA A FONDO COME POCHISSIMI, D'ANNUNZIO COMPOSE LA FRANCESCA DA RIMINI . IN QUESTA PRIMA TRAGEDIA DEI MALATESTA, LO SVOLGIMENTO SCENICO ASSURSE A RILIEVO STRAORDINARIO, TANTO DA FAR DIRE CHE I PARTICOLARI STORICI DESCRITTIVI E VISIVI INGOMBRAVANO TALMENTE IL PALCOSCENICO DA SOFFOCAR= NE LA VICENDA. MA QUEGLI ELEMENTI DELLA MESSINSCENA ERANO AZIONE ESSI STESSI, IN QUANTO FACEVANO PARTE DELLA RAGIONE PSICOLOGICA ED AMBIENTALE DEL DRAMMA, DOVE LE FIGURE NON SAREBBERO STATE E NON AVREBBERO AGITO COME AGIVANO, SENZA L'INSIEME DI QUEI COEFICENTI DELLA LORO VITA. LA PREPARAZIONE SCENICA DELIA FRANCESCA DA RIMINI FU LUNGA E FATICOSA. IL POETA VOLLE PRESIEDERVI, OCCUPANDOSI DI TUTTO, PERCHE' PERFETTA RIUSCISSE LA RICOSTRUZIONE DELLA ROMAGNA DANTESCA. PER LA FRANCESCA D'ANNUNZIO SI TRASFORMO' IN DIRETTORE, ATTORE, SCENOGRAFO, VESTIARISTA, COREOGRAFO, MAESTRO D'ARMI, SUSCITANDO IN QUANTI GLI STAVANO INTORNO CORRENTI D'ENERGIA. METICOLOSISSIMO IN OGNI COSA, QUESTA VOLTA D'ANNUNZIO RAG= GIUNSE NELLA PREPARAZIONE DELLO SPETTACOLO UNA PEDANTERIA CHE PARVE FANA= TICA. SU TUTTO EGLI VOLLE ESERCITARE IL SUO CONTROLLO: SULLA POSIZIONE DI SCENA CHE OGNI SINGOLO ATTORE DOVEVA IN CIASCUN MOMENTO OCCUPARE; SULLA SCELTA DI OGNI STOFFA, DI OGNI TAPPETO, DI OGNI SUPPELLETILE. SOPRATUTTO NEL SECONDO ATTO LA PASSIONE SCENOTECNICA DI D'ANNUNZIO EBBE MODO DI ESPLICARSI. IN QUESTO ATTO ---CHE SI SVOLGE SUI BASTIONI DEL CASTELLO DEI MALATESTA, DOMINATI DA UNA TORRE GUELFA MENTRE INFURIA LA BATTAGLIA IL POETA VOLLE CHE SI RAGGIUNGESSERO EF= FETTI DI UN VERISMO STORICO VERAMENTE INUSITATI, METTENDO NELL'ARCOSCENI=
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  • Note: Le immagini sono state conservate dal soggetto produttore in buste, presenti nel fascicolo, suddivise per artisti. E' stata mantenuta tale partizione interna. Presenza di foto fuori formato.
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