Fusto in noce e pioppo lastronato in legno rosa a rombi entro griglia di legno violetto, punteggiata da minuscole girandole a petali bicolori (avorio e bosso). Applicazioni in avorio intagliato. Specchio allo sportello. Mostrine delle serrature e pomelli in bronzo dorato. Lateralmente al cassetto maggiore della scrivania (che ha i foderi in ciliegio) sono disposti, a scomparsa, due cassettini a segreto con meccanismo a molla e lamelle di blocco. La scrivania di Pietro Piffetti (Torino, 1701-1777) è di gran lunga il più importante fra gli arredi della Collezione Cerruti. Segna una tappa fondamentale nell’evoluzione stilistica del grande ebanista rococò. È come se Piffetti, pago dell’aver dimostrato di quanta meraviglia sia capace l’arte dell’ebanista, voglia ora far prevalere la finesse sulla grandeur, lo squisito sullo stupefacente.
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