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Attività politica, Oggetto 31

Carla Lonzi1955 - 1957

La Galleria Nazionale

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Roma, Italy

Tessera del PCI per il 1955 di Carla Lonzi, tessera dell'Associazione Italia-Urss decimo anniversario 1956 anno dell'incontro e dell'amicizia tra i popoli, 3 pagine de «l'Unità» del 26 giugno 1956, prosa e appunti manoscritti, comunicato della sezione milanese G.M. Serrati del PCI (16 luglio 1956), numero unico del IX Congresso della Federazione comunista fiorentina, pagina de «Il Punto» del 23 febbraio 1957 su socialismo e democrazia.
Si conserva inoltre l'opuscolo di Piero Gobetti, Profilo di Giacomo Matteotti, a cura del Partito d'Azione nel XX annuale, «Quaderni dell'Italia libera», n. 8, luglio 1944.

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  • Title: Attività politica, Oggetto 31
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: 1955 - 1957
  • Transcript:
    Tanta si dimostrò la sua passione per il concreto, per il particolare, per i fatti, che nel 1921 preferì esercitare la sua opera di assistenza e di difesa in una situazione difficilissima per il proletariato in provincia di Ferrara, piuttosto che andare a Livorno a raccogliere i successi rumorosi di una accademia di <tendenze e di <frazioni » il suo antifascismo <a href="/incognito/entity/m02gtrg" data-gacategory="annotation" data-gaaction="clicked" data-galabel="assetpage_injected_link_v1">Giacomo Matteotti vide nascere nel Polesine il movimento fascista come schiavismo agrario, come cortigianeria servile degli spostati verso chi li pagava ; come medioevale crudeltà e torbido oscurantismo verso qualunque sforzo dei lavoratori volti a rag- giungere la propria dignità e libertà. Con questa iniziazione infallibile Matteotti non poteva prendere sul serio le scherzose teorie dei vari nazional-fascisti, nè i mediocri progetti machia- vellici di Mussolini : c'era una questione più fondamentale di incompatibilità etica e di antitesi istintiva. Sentiva che per combattere utilmente il fascismo nel campo politico occorreva opporgli esempi di dignità con resistenza tenace. Farne una questione di carattere, di intransigenza, di rigorismo. Così s' era condotto contro tutti i ministerialismi, senza pie- garsi mai. Nel '21 al prefetto di Ferrara che lo chiamava in un momento critico della lotta agraria aveva risposto per telefono : < Qualunque colloquio tra noi è inutile. Se lei vuole conoscere le nostre intenzioni non ha bisogno di me perchè ha le sue spie. E delle sue parole io non mi fido ». Non fu mai visto cedere alle lusinghe degli uomini del potere costituito nè salire volentieri le scale della prefettura. S'era creata intorno a lui un'atmosfera di astio pauroso da parte degli agrari: mentre lo stimavano capivano che l'avrebbero avuto nemico implacabile. 18 a Il 12 marzo 1921 Matteotti doveva parlare a Castelguglielmo. La lotta si era fatta da alcuni mesi violentissima ; s'era avuto in Polesine il primo assassinio. Quel sabato egli percorreva la strada in calesse e Stefano Stievano, di Pincara, sindaco, gli era compagno. Ciclisti gli si fanno incontro dal paese per metterlo in guardia : gli agrari hanno preparato un' imboscata. Matteotti vuole che lo Stievano torni indietro e compie da solo il cam- mino' che avanza. A Castelguglielmo si nota infatti movimento insolito di fascisti assoldati; una folla armata. Alla sede della Lega lo aspettano i lavoratori e Matteotti parla pacatamente esortandoli alla resistenza: ad alcuni agrari che si presentano per il contradditorio rifiuta ; era una vecchia tattica quando vo- levano trovare un alibi per la propria violenza : parlare ingiu- riosamente ai lavoratori per provocarne la reazione facendoli cadere nell' insidia. Matteotti si offre invece di seguirli solo e di parlare alla sede agraria ; così resta convenuto, e dai lavo- ratori riesce ad ottenere che non si muovano per evitare incidenti più gravi. Non so se il coraggio e l'avvedutezza parvero provocazione. Certo non appena egli ebbe vaccata la soglia padronale -at- traverso doppia fila di armati - dimentichi del patto gli sono intorno furenti, le rivoltell in mano, perchè s' induca a ritrat- tare ciò che fece alla Camera e dichiari che lascerà il Polesine. - Ho una dichiarazione sola da farvi : che non vi faccio dichiarazioni. Bastonato, sputacchiato non aggiunge sillaba, ostinato nella resistenza. Lo spingono in alto a viva forza in un camion ; spa- rando in alto tengono lontano i proletari accorsi in suo aiuto. I carabinieri rimanevano chiusi in caserma. Lo portano in giro per la campagna con la rivoltella spia- nata e tenendogli il ginocchio sul petto, sempre minacciandolo di morte se non promette di ritirarsi dalla vita politica. Visto inutile ogni sforzo finalmente si decidono a buttarlo dal camion nella via.
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