Insieme di 19 attrezzi da bottaio, atti alla realizzazione e manutenzione di vasi vinari: due doghe, un’ascia da bottaio (o zappetta), una squadra, una piccola pialla, tre succhielli (o trivelle) di varie misure, due scalpelli, una sega a telaio, un incisore, un graffietto (o truschino) per tracciare i punti di incisione sul legno, un compasso, un coltello a petto, un mazzuolo a testa tonda e un altro a testa quadrata, due martelli per calcare il cerchio delle botti. Là dove la viticoltura era particolarmente sviluppata il falegname diventava bottaio e si specializzava nel realizzare vasi vinari delle più disparate dimensioni: tini, botti, piccole botticelle, bigonci. Il bottaio provvedeva anche a realizzare sempre in legno tutta la minuteria necessaria in cantina per i lavori del vino: cannelle, imbuti, ammostatoi, parti delle pigiatrici, rudimentali turabottiglie, etc. Non si tratta purtroppo di un corredo completo, tuttavia vi sono presenti arnesi interessanti sia per l'antichità (alcuni paiono databili agli inizi del secolo), sia perché sono in parte realizzati dallo stesso artigiano che li utilizzava. Le forme degli attrezzi infatti non erano standardizzate, ma dipendevano dalla conoscenza e dall'esperienza dell'artigiano che riusciva a costruirsi utensili adatti al proprio lavoro e alle proprie mani. Provenienza: Bassa Parmense, Sala Baganza.