Pietro Consagra è un uomo che vive per la scultura, alla quale dedica totalmente energie e pensieri. Per questo, parallelamente alla sua produzione artistica, è impegnato anche in una convinta attività saggistica che lo porta a enucleare efficacemente i cardini della sua poetica scultorea. «Mi sembra che tutta la scultura debba fare i conti con la “frontalità”» (CONSAGRA, 1980, p. 142). Tentando di stabilire un dialogo più chiaro, immediato e diretto con lo spettatore, a partire dagli anni cinquanta le sculture di Consagra vengono concepite per essere osservate da un solo punto di vista, quello frontale. Liberandosi dall’imposizione della tridimensionalità, l’artista alleggerisce le sue opere dal peso della tradizione, concentrandosi sull’essenzialità delle sue idee artistiche. Negli anni, come testimoniato dall’opera esposta, lo scultore introduce un elemento di ambiguità che permetta al pubblico di prendere una posizione e operare una scelta: «Le nuove sculture saranno ormai doppie, bifrontali» (IVI, p. 144). Testo di Cristina Antonia Calamaro Bibl: P. CONSAGRA, Vita mia, Milano 1980
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