Partecipare al progetto Cicatrici mi ha dato la possibilità di raccontare il mio dolore e di accogliere il dolore di chi mi ha accompagnato in quest’avventura: compagni di un viaggio che durerà un’esistenza intera, un’esistenza che va condivisa e raccontata con ogni mezzo possibile. Il dolore delle nostre cicatrici in qualche modo deve essere esternato perché se non espresso può devastarti dall’interno, può farti vedere solo la parte brutta della vita ma non è cosi! Ho voluto proiettare sul David la mia cicatrice più grande, più profonda, così ho evidenziato le parti del corpo che sentivo più fragili durante la malattia.