Nella seconda metà del sedicesimo secolo la Casa della Beata, ancora di proprietà della famiglia Andreasi, subisce alcune importanti ristrutturazioni. In particolare, viene creata a piano terra una grande sala in corrispondenza del luogo dove si trovava l’originaria camera di Osanna. La sala viene decorata da affreschi di stile tardo cinquecentesco, caratterizzati da grottesche divise in comparti da putti statuari che in apparenza sorreggono le travi del soffitto. All’interno delle medesime grottesche troviamo interessanti scenette relative alla vita dei campi e al tempo delle stagioni, da cui il nome con il quale viene oggi chiamata la sala. Gi affreschi, sebbene di qualità non alta, sono tuttavia molto interessanti perché propongono esseri fantastici insieme a personaggi più quotidiani, talvolta ritratti in atteggiamento teatrale. Al centro di ognuno dei comparti, in basso, appare invariabilmente una scena all’interno di una cornice di varia foggia. Essa potrebbe alludere ad un certo mese, seguendo il progetto iconografico complessivo dell’ambiente; ma l’attribuzione non è sempre certa, quindi il gioco dell’immaginazione prevale sulla rigida assegnazione delle parti.
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