La Chaparral 2E si basava sul telaio Chevrolet in alluminio e presentava le teorie di Jim Hall sull'aerodinamica proposte al campionato CanAm del ‘66. La 2E divenne praticamente la base per tutte le vetture da competizione costruite da allora. Dal posteriore della vettura emergeva una grande ala che poggiava direttamente sulle sospensioni. L'ala era come quella di un aeroplano, ma aveva il profilo rovesciato per creare deportanza ed era ancorata ai mozzi per caricare ulteriormente di peso gli pneumatici e garantire migliore aderenza in curva. Un condotto poi faceva passare l'aria attraverso il cofano e sopra la vettura, generando un'ulteriore deportanza. Il pedale che consentiva il controllo dell'angolo di apertura dell'ala era al posto del pedale della frizione nelle normali auto con combio manuale. Oltre che per regolare l'ala, il pedale agiva anche sul condotto dell'aria: per i rettilinei, premendolo, il condotto veniva chiuso e la resistenza all'avanzamento diminuiva. Quando il pedale era del tutto rilasciato, al contrario, il condotto si apriva e l'ala posteriore si angolava per offrire la massima deportanza. Il design era molto innovativo, ma ben presto le ali regolabili vennero vietate dalla FIA e quindi Jim Hall dovette ripiegare su un'ala fissa non regolabile. Nel giro di pochi anni ogni vettura da competizione, persino le Formula 1, avrebbe montato alettoni su lunghi ammortizzatori, sebbene molti non fossero comparabili a quelli ideati da Hall; i loro cedimenti strutturali, infatti, causarono gravi incidenti che portarono le varie commissioni sportive organizzatrici a limitarne o addirittura vietarne l'uso.
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