"Per Democrito, il mondo è costituito da aggregazioni di atomi che osservano, nel loro movimento, traiettorie costanti. Questa teoria della materia venne successivamente rivista da Epicuro il quale vi aggiunse l'ipotesi della parenklisis, ovvero della deviazione casuale, libera e imprevedibile, delle particelle elementari, per spiegare le mutazioni della natura e per introdurre quel principio di indeterminazione capace di spiegare il carattere incostante e mutevole di tutte le cose. Il poeta latino Lucrezio, nel “De Rerum Natura”, tradusse parenklisis con clinamen, termine che ha assunto nei secoli il significato di inclinazione della caduta libera degli atomi. In altre parole si potrebbe affermare che secondo Epicuro la realtà fisica, per quanto tenda a riprodursi attraverso categorie ricorrenti come sostiene Democrito, è tuttavia soggetta al caso, oltre che alla necessità. La libertà degli atomi determinava ipso facto la libertà dell'uomo, poiché egli, la sua coscienza, e per fino l'anima, non sono altro che aggregazioni casuali di atomi danzanti nel vuoto. Epicuro e i suoi adepti sembravano tuttavia interessati soprattutto alle conseguenze etiche di una rivelazione del Cosmo indeterminato, che trasformava il mondo in qualcosa di incerto, casuale e mutevole. L’opera donata al progetto do ut do fa parte del ciclo “CLINAMEN” e offre una visione della teoria della fisica epicurea. Un’altra di queste opere, di dimensioni 295 x 900 cm, è parte della collezione permanente dell’Università Bocconi di Milano".
(Massimo Kaufmann, novembre 2016)