In una stanza, attorno ad un bancone sono disposte quattro figure maschili in abiti seicenteschi. Tre sono seduti vicini e si presentano frontalmente: mostrano simili caratteri somatici, come il naso affilato, la bocca carnosa e fronte leggermente stempiata. Stanno contando delle monete d'argento ammucchiate sul tavolo su cui si intravedono anche una lettera e un pennino con contenitore per l'inchiostro. Una figura, vestita con una giacca nera, da cui fuoriescono maniche marroni e un colletto bianco, è ritratto di spalle e sembra essere in attesa di riscuotere una somma di denaro. Cristo e San Pietro entrano in scena da destra, accompagnati da un fascio di luce. Cristo fa un eloquente gesto di chiamata verso uno dei tre uomini seduti dietro al tavolo, alzando in profondità il braccio destro. L'uomo (Matteo) che sta contando le monete, sorpreso si porta l'indice al petto come per sincerarsi che è a lui che Cristo si sta rivolgendo. L'impianto scenografico deriva dal celebre dipinto di Caravaggio per la Cappella Contarelli in San Luigi de' Francesi a Roma. Tuttavia il dipinto sorprende per la rarità e la misteriosità del soggetto "dissimulato": dietro alla rappresentazione del passo evangelico in cui l'apostolo Matteo viene scelto da Gesù Cristo (Matteo 9,9) potrebbe celarsi, in realtà, un ritratto di famiglia. In effetti, ad un'attenta osservazione, si nota una forte somiglianza tra la figura di Matteo e i suoi compagni di età diverse: il carattere ritrattistico di queste figure, gli abiti da loro indossati e la gestualità contrastano fortemente con i caratteri fisionomici idealizzati del Cristo e di San Pietro. Potrebbe infatti trattarsi di un'opera commissionata da una famiglia di banchieri che intendeva nobilitare la propria professione attraverso una sacra rappresentazione.
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