Conte parmense, il Rados studiò alla milanese Accademia di Brera, assistente di Giuseppe Longhi e di Raffaello Morghen. Si dedicò prevalentemente all’incisione, praticando e sperimentando tecniche quali l’acquaforte, l’acquatinta e la maniera a granito. Artista versatile, si impegnò nella traduzione di capolavori del passato, da Leonardo (L’ultima cena, 1829) a Raffaello (Madonna della seggiola) e affrontò una grande varietà di temi: celebri ritratti (Gian Domenico Romagnosi, L’imperatore Ferdinando I, Sismondo de Sismondi, Maria Luigia d’Austria), scene di genere, paesaggi e vedute urbane. Fra queste si colloca la serie tratta dai disegni milanesi di Gaspare Galliani da cui proviene questa e la precedente stampa n. 91 della collezione. (Cfr. PANTALEO DI MARZO, Milano nelle incisioni di Domenico Aspari e Gasparo Galliani, Milano, Sfidanti, 1988). Interessante l'allestimento interno di una osteria di campagna di epoca napoleonica.