Saldamente legata all’urgenza del presente storico e alle sue tensioni, la pittura di Emilio Vedova (Venezia, 1919-2006) abbandona definitivamente, verso la fine degli anni Cinquanta, ogni traccia di impalcatura geometrica, per farsi attraversare da gesti lacerati intorno a nuclei di energia in espansione, che la critica avvicina alle poetiche dell’Informale. Il nodo tematico dello «scontro di situazioni», che appare nel titolo di molte opere su tela e su carta e in quello di una enunciazione di poetica pubblicata su “Il Verri” nel dicembre del 1962, si affaccia anche in questa tela, in cui il fondo nero è illuminato da accensioni cromatiche contrapposte e percorso da tragitti lineari irriducibili a ogni forma di ordine. Nello spessore della materia affiora in molti punti, più o meno visibile, la presenza di fogli di giornale, a segnalare che la pittura di Vedova non volge le spalle alla cronaca e alla storia, ma ne è invece sostanziata.