L’opera presente nelle collezioni della Gam fu eseguita durante l’esilio di Chagall e della sua famiglia negli Stati Uniti, dove era approdato nel 1941 per sfuggire le persecuzioni nazifasciste, accogliendo l’invito del Museum of Modern Art di New York. In America il pittore di Vitebsk ritrova numerosi colleghi artisti sfuggiti alla guerra, tra cui Léger, Masson, Mondrian, André Breton e fin da subito inizia ad esporre opere in gallerie e musei americani, oltre a realizzare scenografie per balletti con musiche di Čajkovskij e Stravinskij. Fra i quadri che Marc Chagall dipinse nel suggestivo paesaggio di Cranberry Lake, nello stato di New York, rientra l’opera torinese, datata 1943, in cui l’artista richiama alla memoria l’immagine di un villaggio russo innevato e avvolto in una delicata atmosfera notturna nei toni del blu e dell’azzurro, che ne mettono in risalto la sospensione spazio – temporale. La suggestione della luce lunare, che brilla al centro della composizione, avvolge ogni elemento del dipinto e ne restituisce un’atmosfera onirica, in cui trovano spazio una mucca in volo, la sagoma blu di un misterioso cavallo e la bizzarria della gallina con la testa d’uomo, mentre l’artista si ritrae sospeso da terra in un poetico abbraccio con la sua amata prima moglie, Bella. L’opera appare piuttosto simile ad un’altra eseguita nel 1944, dal titolo «L’occhio verde», in cui tuttavia, rispetto alla connotazione di delicata rievocazione domestica dell’opera Gam, spicca l’immagine inquietante e surreale di un grande occhio che domina la scena
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