Ciò che si definisce dittico eburneo è un oggetto di grande preziosità costituito da una coppia di tavolette in avorio intagliate e decorate, legate da una cerniera metallica, come fossero un libro. Questo oggetto si diffonde nel V e VI secolo all’interno del mondo romano come dono dei consoli ai propri sostenitori in caso di elezione: all’interno venivano incise parole di ringraziamento e all’esterno figure e iscrizioni più o meno elaborate celebravano il console eletto. Grazie all’iscrizione questo dittico è stato identificato come di Giustiniano, nominato console nel 521 e imperatore dell’Impero Romano d’Oriente dal 527 al 565. La superficie delle singole valve riporta quattro tondi fogliati e lavorati in rilievo da cui sporgono protomi leonine, mentre al centro si trova un grande rosone con 38 palmette stilizzate. All’interno è contenuta l’iscrizione, aperta e chiusa da una crocetta, che costituisce il ringraziamento esplicito ai senatori, con il testo che comincia dalla valva frontale (quando il dittico è aperto, quella di destra) e termina sulla valva posteriore (quella di sinistra. La complessità del decoro, che denota la provenienza da una bottega di alto livello, è la stessa che caratterizza altri due dittici riconosciuti di Giustiniano, oggi a Parigi. Il dittico proviene dalla collezione milanese della famiglia Trivulzio ed è arrivato nelle collezioni civiche per acquisto nel 1935.
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