La storia dell’imponente facciata che si apre al numero 27 di via Pomponazzo è particolarmente curiosa. Essa nasce al tempo del trasferimento della Dogana e di altri edifici pubblici nell’ex convento del Carmine, di impianto quattrocentesco. La trasformazione avviene ad opera dell’architetto Paolo Pozzo (Verona, 1741-Mantova, 1803) che nel 1771 stabilì la sua dimora in città, compiendo nella medesima numerosissimi rifacimenti relativi al suo patrimonio storico. Egli tuttavia volle impreziosire la sua opera trasportando come ornamento della nuova Dogana l’antico portale marmoreo, sito nella vecchia sede di piazza Broletto, probabilmente opera del 1538 di Giulio Romano. Il portale è di ordine ionico con basi corinzie delle semicolonne, con facchini incastrati nei pennacchi dell’arco. Notevole è invece nell’insieme della facciata la ripresa neoclassica di suggestioni giuliesche, rese statiche da un’intenzione scenografica che non corrisponde più alla ricerca continua del movimento.
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