L’architetto Mario Asnago ha praticato attivamente la pittura fin dai primi anni della sua formazione all’Accademia di Brera. La sensibilità per il colore, usato preferibilmente nelle tonalità pastello, deriva dalla frequentazione dello studio del pittore tardo divisionista Emilio Longoni. Le sue opere superano la rappresentazione del soggetto per indagare la dimensione intimista e nascosta delle cose. Nonostante qualche rara esperienza astratta, Asnago esprime preferibilmente la sua creatività nell’ambito della figurazione, che affronta con uno stile che risente del clima del “ritorno all’ordine”. Il linguaggio di Doppio ritratto. Gli amici è ascrivibile a uno stile essenziale e asciutto. Privo di una vera e propria connotazione ritrattistica – i volti sono indefinibili - e i due uomini sembrano colti in una dimensione atemporale, quasi metafisica. Proprio questo aspetto avvicina quest’opera di Asnago al “realismo magico”, in cui ogni immagine suggerisce contenuti che vanno oltre la dimensione del presente e la collocazione in un contesto storico preciso per indagare temi più generali e universali, come appunto rappresentato dall’amicizia.(E. Di Raddo)
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