L’opera qui esposta fa parte del ciclo di grandi teleri Emerging, cui Vedova si dedica nei primi anni ottanta, dopo il viaggio in Messico. Lì trova ispirazione, negli spazi immensi del centro America, per opere di grande formato, esplosive nei toni cromatici. L’artista, erede della lunga tradizione della pittura veneta, si è formato da autodidatta sui grandi maestri del Cinquecento, come documentano le sue prime prove artistiche, in particolare su Tintoretto, di cui ha studiato la composizione e l’uso della luce. Il suo linguaggio si declina, dopo queste prove e un passaggio neo-cubista, in senso astratto nel secondo dopoguerra, quando si unisce al Gruppo degli otto pittori italiani. La sua pittura diviene così un disporsi quasi teatrale di gesti pittorici corsivi nello spazio, in continuo rapporto con la luce. I lavori degli anni ottanta, tra i quali si colloca quest’opera, testimoniano il suo ritorno al colore, dopo la bicromia dei Plurimi binari. Testo di Michela de Riso