È il primo campionario di caratteri incisi e fusi da Bodoni, che qui risente fortemente dell’influenza del tipografo francese Fournier, ma lo riconosce apertamente. Contiene un’ampia premessa autobiografica dello stampatore che racconta delle sue ascendenze tipografiche e della sua originaria propensione per i caratteri dell’inglese Baskerville, poi orientatasi per quelli di Fournier. Dichiara di voler proseguire «senza indugio a compiere tutta la serie ad una stamperia necessaria; e racati a termine i caratteri latini, e greci secondo le diverse gradazioni loro, porremo cura e fatica nel formare gli alfabeti orientali più usitati». Inoltre il tipografo discute sulla forma dei caratteri e sulla loro storia ed infine sostiene il primato raggiunto dalla sua nuova fonderia sulle altre esistenti in Italia.
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