Presentata su La Notte nel 1954, l'opera ritrae Giovannino Guareschi, chiamato il "Principe" dal suo amico, lo scultore Luigi Froni. Il volto era stato pubblicato a commento di un articolo intitolato "Dalla sveglia al silenzio", in cui il giornalista scrittore descriveva l'anno passato nel carcere di Parma, dove era stato rinchiuso a seguito dell'accusa di vilipendio a mezzo stampa. A quest'opera è lo stesso Guareschi a dedicare due racconti, usciti rispettivamente nel 1954, col titolo "La faccia di bronzo", e nel 1960, col titolo "La faccia di Milano", su Candido: nelle storie raccontate con ironia ed arguzia, lo scrittore ci descrive il "doppio registro della ritrattistica di Froni che aderisce ai caratteri del soggetto svelandone la natura più segreta". Ne "La faccia di bronzo", del 1954, Guareschi racconta, in tono scherzso, come la moglie, vedendo appesa la maschera fatta da Froni, iniziò ad inveire: "No, io non ho sposato te! Ho sposato quello lì sopra il camino! Da anni ormai sentivo che ero vittima di un colossale equivoco, da anni sentivo che la verità non era quella che io ero abituata a considerare come verità. Giovannino, ecco là sul camino il tuo vero volto. Quello che io credevo un sorriso era una smorfia amara, sprezzante, cinica, feroce, crudele!".