Si tratta di una tela giovanile del maestro veneziano facente parte di un fregio altissimo nella chiesa veronese dei Gesuiti, San Sebastiano. Ritirata in museo, fu la sola parte di quel fregio a salvarsi, poiché le altre tele, di diversi pittori, finirono distrutte durante l’ultima guerra. La classicità romana è stravolta dal genio incontenibile del pittore, con pennellate lunghissime e di densi spessori, che testimoniano la facilità e l’assoluta sicurezza tecnica dell’artista.