Il processo di urbanizzazione sta già creando un’enorme quantità di costruito, gran parte del quale verrà dall’infrastruttura, sia in conseguenza delle sue dimensioni e del volume dei contratti, sia perché questo è un campo in cui le azioni tendono a essere più coordinate. L’infrastruttura ha dunque in sé un’elevata potenzialità di provvedere al bene comune. Il problema è che tra la chiarezza e neutralità dell’infrastruttura e la sua mancanza di sensibilità nel reagire a una condizione specifica e, soprattutto, a valori intangibili difficili da valutare in termini economici, la linea di demarcazione è molto sottile. Sfortunatamente gli esempi in cui l’infrastruttura ha cercato di farsi, per così dire, più “artistica” sono patetici, manieristici, banali. Non va dimenticato che sono sorte nuove esigenze e che l’infrastruttura ha un ruolo da svolgere nell’identità locale del paesaggio, sia urbano sia extra-urbano.
L’operadiMarte.Martenelcampodell’infrastruttura rappresenta un insolito esempio di espressione di maturità nell’affrontare l’identità (senza esibire nostalgia) e nel contempo di originalità nell’esplorare nuove forme di struttura. L’essenziale, afferma il team di architetti, emerge spesso inaspettatamente. Marte.Marte merita attenzione perché è riuscito a costruire un genere di infrastruttura che contribuisce al bene comune, attraverso una presenza civica e non soltanto tecnica, così da diventare essa stessa spazio pubblico.