Interventi ed incontri su Carla Lonzi, Oggetto 83

DEL LIBRO DI MARIA LUISA BOCCIA, L'io in rivolta vissuto e pensiero di Carla Lonzi, Tartaruga, 1990 c/o Il giardino dei ciliegi 28-5-90 (con Boccia e Dominijanni) INTERVENTO DI: Piera Codognotto della Libreria delle donne Prima di fare alcune domande sul libro di Maria Luisa Boccia, vorrei dire brevemente del seminario La via femminile alla scrittura che la Libreria ha fatto nell'autunno inverno '88- '89. Avevamo scelto di leggere Simone Weil, Carla Lonzi, Lou Salome, tre donne 'eccessive', tre 'fuorilegge'- le aveva definite Gabriella Fiori che hanno scritto in forme varie di scrittura ognuna alla ricerca della propria verità 'singolare', scrittura esercitata come espressione di se della propria consapevolezza Ci sono le dispense del corso, curate da Anna Biffoli e Gabriella Fiori Marta Lonzi. E' stato un dialogo; Marta ha interloquito con noi seguendo il filo che emergeva dalle domande, dalle parole di ognuna: un dialogo allargato. Riprendo alcuni dei nodi emersi e per me importanti, che sono utili per la discussione di stasera. a. Milly Mazzei nell'introduzione aveva posto il problema dell'identità della singola donna che si sviluppa e si muova in rapporto ad un 'luogo', ad una ricerca di identità collettiva Rapporto tra individualità e collettività. O come si dice oggi, cosilo pone anche Maria Luisa Boccia, tra singolarità e genere. Marta diceva che Rivolta non è mai stata un'eollettivo', ma singole donne che stanno insieme perchè si piacciono; non ha mai avuto un obiettivo, una causa da portare avanti. Questo e il tratto distintivo di Rivolta femminile rispetto tanti altri collettivi e poi gruppi e associazioni; e una distanza radicale dal dover essere, dall'esigenza 'politica' di tenere insieme (vedi poi : le donne PCI e la Libreria di Milano) b. In Rivolta, loro hanno infatti centrato l'attenzione sul rapporto tra coscienze che deve avvenire immediatamente dice marta che non tollera altre urgenze (ne la rivoluzione/trasformazione del mondo, nè la costruzione del mondo delle donne, nè tantomeno mediazioni di tipo utilitaristico o do opportunità politiche. L'autocoscienza (nel senso di rapporto tra coscienze) implica il mettersi in gioco in autenticità, con altre; mettersi a rischio, senza protezioni precostituite (di ideologie, di amicizie, di alleanze). C. L'agire trova il suo luogo privilegiato nel dire ad un altra, con cui condividere o verificare la propria (piccola) verità, il proprio passaggio di coscienza. Messa in discussione dell'agire politico (universale) per una causa, per il potere...