Vedova è grande maestro dell’astrattismo italiano. La sua personale sensibilità trae in realtà origine dalla grande storia dell’arte veneziana, in particolare dal Settecento, ma la sua temperie espressiva sfida gli artisti europei ed americani, esplorando le vicissitudini della materia e del colore, in quadri in cui egli ama contrapporre tinte diverse, restando tuttavia rigoroso e quasi maniacale. In questa stupenda opera vediamo appunto confliggere il bianco ed il nero, seguendo una pennellata di straziante potenza, che sembra descrivere scheletri e carcasse, quasi componendo una Guernica aggiornata agli anni Cinquanta. Vedova quindi supera i limiti dell’espressionismo astratto trasformando il gesto del pennello in arte attuale. Per far questo, ha bisogno di tutta la sapienza che una Venezia reinventata nel pensiero gli concede. Sinceramente e onestamente, l’artista costruisce il proprio universo. Quindi, grazie ad una dirompente energia lo proietta nel nostro immaginario.