Questa statua imponente, realizzata nella tecnica dei pezzi assemblati ('yosegi-zukuri'), rappresenta uno dei due 'dvarapala', i guardiani del tempio e della dottrina buddhista posti in coppia ai lati della porta esterna del recinto dei monasteri. È una figura umana di formidabile espressività, con il petto nudo, i muscoli rigonfi e le vene in rilievo, gli occhi esorbitanti e la bocca chiusa e contratta per esprimere l’esplosiva violenza della sillaba 'hum', il 'mantra' delle divinità furiose. In origine nella mano sinistra doveva tenere un 'vajra' ('kongo' in giapponese), una sorta di scettro che ha il doppio significato di ‘folgore’ e ‘diamante’. Lo strato pittorico oggi visibile non corrisponde a quello originario, che doveva essere abbastanza coprente da dissimulare le linee di giunzione dei legni assemblati. Gli occhi sono composti da cristalli di rocca sulla cui parte posteriore sono stati incollati ritagli di carta dipinta.
Lo stile potente della scuola Kei, cui la scultura appartiene, risponde al gusto della casta militare di Kamakura che aveva a quel tempo conquistato l’egemonia sul paese.
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