Attivo dalla fine degli anni sessanta, Remo Salvadori ha sin da subito privilegiato una linea di ricerca autonoma rispetto ai suoi contemporanei. Elementi portanti ne sono l’attenzione ai materiali, che sceglie con cura e lavora a mano, realizzando forme semplici, che paiono debitrici di geometrie pierfrancescane e la dimensione del tempo, cui allude nell’invito ad una lenta meditazione di fronte all’opera. Sui due lati della sala sono disposte le Tazze, un leitmotiv della produzione artistica dell’artista toscano. Superfici sottili, in ferro, dipinte, sulla parete sinistra, con i tre colori della spiritualità dell’uomo: blu, rosso e giallo e, sulla parete destra, con i “colori delle immagini”: verde, rosa, nero e bianco. A fungere da raccordo, e al contempo, quasi a evocare il simbolo dell’ouroboros, la tazza color oro. Mentre i colori sono riferiti alla sfera umana, i metalli sono invece espressione, per l’artista, della spiritualità della terra. Lo spettatore è invitato a dialogare con le forme, elementi quasi arcani, e i colori, che sono espressione delle universalità in equilibrio. Testo di Michela de Riso
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