Con la piccola terracotta "Le collegiali", Arturo Martini affronta il problema del gruppo scultoreo che lo aveva interessato in gioventù, ma che, se si escludono le numerose soluzioni con due figure, poche volte aveva affrontato nella maturità. Le dieci collegiali, raggruppate a formare un cerchio e con i volti rivolti verso il suo interno, testimoniano con il loro solido abbraccio l'amicizia e la curiosità che uniscono le ragazze di quell'età. La robusta idea plastica di questa singolare barriera umana se da un lato rende evidente la complicità tra le giovani, accostate come fossero colonne, dall'altro lascia insoddifatto il desiderio dell'osservatore di sapere cosa accade nello spazio al centro del cerchio. Martini tornò su questo soggetto tre anni dopo, nel 1930, realizzando il "Collegio" che riprendeva lo stesso motivo circolare, ma con un accentuato carattere centripeto dovuto principalmente a una maggiore insistenza sullo sguardo delle studentesse, assecondato dai corpi leggermente ripiegati, rivolto verso il basso. Eseguito in esemplare unico, "Collegio" fu presentato a Firenze all'inizio del 1932, nella personale di Palazzo Ferrioni, in cui per la prima volta lo scultore decise di esporre in pubblico un gruppo delle sue terrecotte di piccole dimensioni. Oltre a quello della Collezione Boschi Di Stefano, che sotto la base ha impresso il numero "20", esistono diversi esemplari di "Le collegiali" del 1927, sia in terracotta (uno di essi si trova nel Museo Civico di Treviso) sia in maiolica, prodotti dalla ditta La fenice di Albissola nel 1936; una riproduzione in bronzo, infine, si trova nella collezione di Alberto Della Ragione a Firenze. La terracotta fu acquistata da Antonio Boschi nel 1935, presso la Galleria Milano. [Massimo De Sabbata]
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