Leggenda di mare rientra nei temi cari a Birolli, legati alle tradizioni e alla vita di mare che lo hanno accompagnato nella varie stagioni della sua ricerca.
Un’ancora sul fondo, al centro del dipinto, alcuni pesciolini rossi, i colori blu e verde, forme curvilinee rimandano a un paesaggio fluido, in costante movimento come il fondo del mare. I delicati accostamenti dei viola e dei rosa rendono il paesaggio poetico e ne restituiscono un’atmosfera fiabesca.
I colori sono pieni e sonori, la stesura è à plat con riferimenti al gruppo di Pont-Aven. Le figure si stemperano in forme organiche sintetiche e colorate che si dispongono secondo ritmi cadenzati, risolvendo col colore il problema dello spazio e delle distanze.
Le tele di questo periodo non sono opere di astrazione, ma essenze di figure; sono opere astratto-naturaliste che segnano il passaggio dalla stagione di Corrente, di cui si respira il primitivismo arioso un po’ naïf, e del Fronte Nuovo delle Arti, caratterizzato da un neocubismo picassiano, al periodo informale.
Il colore contiene e trasforma in espressione ogni elemento della pittura, lo spazio, la composizione, la forma. Il colore si fa luminoso, continuamente in rapporto di accordi e contrasti, di dinamiche variazioni: “Il colore non è materia, è nucleo emozionale”.
Trasferitosi a Milano, Birolli nel 1938 è tra i protagonisti di Corrente a favore di una pittura in aperto contrasto con le scelte artistiche di Novecento. Nel 1946 è tra i fondatori del Fronte Nuovo delle Arti e frequenti tra il 1947 e 1949 sono i soggiorni in Bretagna e a Parigi dove conosce Picasso. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1950 e nel 1952 con una sala personale.
Nel 1952 fa parte del gruppo degli Otto con una pittura di bilanciamento tra accordi autonomi di forma e colore e riferimenti alla realtà naturale.
Leggenda di mare è tra le opere premiate al Terzo Premio di Pittura Città di Gallarate nel 1952.(GF)
You are all set!
Your first Culture Weekly will arrive this week.